CORSERA (D. FRATTINI) – La bottega sta in uno dei vicoli più stretti del mercato, dodici metri quadri affollati di rosari islamici in plastica, accessori per narghilè, bastoni intarsiati, chitarre e oud, mini riproduzioni della moschea Al Aqsa a Gerusalemme, tabacco da rollare, collanine colorate, peluche. Azzam, fratello di quell’Adnan Adel Aref Al Qaddumi che sta portando avanti una trattativa per entrare nella AS Roma, è rimasto a Nablus e parla in questi termini dell’amore per il calcio del parente: «Ha cominciato a raccontarmi della sua passione per la squadra di calcio, mi ha raccomandato di guardare le partite in televisione, io sono tifoso solo della nazionale palestinese». Azzam, 43 anni, ripete con orgoglio il proprio cognome perché i Qaddumi e parla in questi termini della storia di suo fratello e delle sue ricchezze: «Nostro padre non era contrario al matrimonio, gli chiedeva di fissare le nozze al più presto, da musulmano non poteva accettare che convivesse. Una parte dell’eredità in America? Non abbiamo affari con gli Stati Uniti. Io addirittura non ho mai aperto un conto corrente, non mi fido delle banche e tengo i soldi a casa. La ricchezza di Adnan? Perché vi stupite? Ha relazioni e conoscenze con principi sauditi». Infine un aneddoto su del denaro inviatogli da Adnan dall’Italia: «Ha mandato 2.700 dollari per nostra madre che vive con me. Ma è stato così complicato recuperarli per i ritardi burocratici che gli ho chiesto di non farlo più. Noi non abbiamo bisogno di soldi, ho la mia auto nuova (un’utilitaria blu metallizzata), posso comprare quel che mi serve»