L’ex allenatore dello Swindon è stato ospite al programma “Undici” su Mediaset…
NOTIZIE CALCIO – L’ex giocatore e capitano della Lazio ed ex allenatore dello Swindon, Paolo Di Canio, è stato ospite questa sera al programma “Undici” su Mediaset, toccando vari argomenti. Ecco le sue parole:
SULLA ROMA – “Zeman? E’ stata si la squadra che ha segnato di più, ma anche quella che ne ha presi di più. Non ha mai avuto un equilibrio. Zeman non ce l’ha mai avuto in Serie A. Secondo me l’errore è stato di essere stato troppo vicino a Totti ed aver massacrato il gruppo forte come De Rossi e Osvaldo. Ha creato squilibri nella gestione del gruppo. Non li ha fatti giocare e ha creato problemi e questi tipi di giocatori sono influenti nello spogliatoio, non creando zizzanie, ma il loro atteggiamento negativo qualcosa porta a cambiare. Prima di Natale, sembrava essere rimessa apposto la questione, ma sapevo non era vero e che sarebbe scoppiato nuovamente il caso di li a poco. De Rossi? Lo stimo, si, è genuino puro, stimo la sua scelta, non commento l’ultima annata perché non posso sapere cosa sia successo, ma in generale lo stimo“.
SUL CALCIO INGLESE – “E’ piu facile giocare in Inghilterra? Si, assolutamente si, più leggero. Si possono distinguere i gesti ironici da quelli volgari e non c’è un attenzione grave sui dettagli”.
SULLA SUA CARRIERA DA ALLENATORE – “I numeri? I numeri sono grandi, importanti, ho scoperto questi giorni che ai numeri in Inghilterra, tra tutte le serie, siamo dietro solo al Manchester United di Ferguson. L’anno scorso abbiamo chiuso a +33 in differenza reti. Allenatore modello? Ferguson è di certo quello che sta facendo meglio, è strepitoso, negli anni ha saputo adattarsi, ha saputo lavorare con i ragazzi giovani, delle nuove generazioni ma anche con i ragazzi un po più grandi. I complimenti allo Swindon? Si, ho trovato riscontro con i giocatori dell’anno scorso e di quest’anno, non si aspettavano un’attenzione cosi grande all’attenzione difensiva, io che ero un giocatore dedito all’attacco, che hanno portato grandissimi risultati. Gli stessi giocatori che gli anni precedenti, lottavano solo per non retrocedere, con me hanno lottato per i primi posti. Tutti hanno dichiarato di essere incredibili e si sono sorpresi per l’accuratezza dei dettagli. Il modulo? Ho Giocato con il 4-2-4, qui ho trovato dei giocatori che andavano bene con il mio modulo. ”
SULLA CAUSA IN CORSO CON LO SWINDON – “Non ho fatto altro che fare le stesse cose che facevo ogni giorno, entrare nel mio ufficio, prendere le mie foto e le mie scarpette per andarmene in tranquillità. Per vendicarsi, visto che nell’ambiente non mi potevano più vedere, hanno scritto che sono entrato di notte, per prendermi le cose in maniera negativa. Mi è dispiaciuto che in Italia sono stato chiamato un ladro. Io sono entrato come facevo sempre di notte, con il mio staff, come quando esaminavo tutte le clips degli avversari. Già sapevo che tutte le mie foto venivano tolte, perciò… Ho solo evitato che qualcuno trattasse male le mie cose, le ho solo tolte per preservare l’allenatore successivo.”.
SUL GESTO SOTTO LA SUD – “Era la nona partita in Serie A, è stata un’emozione grandissima segnare sotto la Curva Sud, ho fatto un gesto che fece Chinaglia, allora ero un bambino, fu un gesto d’istinto, fu il tifoso che fece un gol sotto la Curva dei nemici storici”.
SULLA CURVA DELLA LAZIO – “Ho militato moltissimi anni in Curva, sono stato grandi anni che mi hanno fatto crescere, anche in trasferta. La Curva è bellissima, è come un centro sociale e culturale all’aperto, permette a tante persone diverse tra loro dal ragazzo di strada al ragazzo agiato, di poter interagire e ritrovarsi”.
SULLA CURVA SUD ROMA – “Ho tanti amici della Roma, odiati sempre ma sportivamente. Anche quando sono tornato, c’è stata un’ostilità sportiva, senza mai essere violenti. A volte volgari, si, ma fa parte del gioco. La Curva Sud è stata sempre coerente”.
SUL GOL CONTRO IL MILAN CON LA MAGLIA DEL NAPOLI – “Gol importante perché erano mesi che il Milan non perdeva, vincemmo la partita in un annata travagliata, erano 7 mesi che non percepivamo lo stipendio. Fu uno dei gol piu importanti della mia carriera. La partita fini 1-0, centrammo anche un’insperata qualificazione Uefa”.
SULLA’ESPERIENZA ALLA JUVENTUS – “Non sei stato mai da grandissima squadra? Qualcuno dice per colpa del carattere, forse è vero, può frenare una carriera. Anche se alla fine ho fatto la mia parte alla Juve, al Milan, non da protagonista, ma ho fatto belle esperienze. Ho fatto una buona carriera, nonostante le mie ottime doti tecniche. Potevo fare di piu, ma sono stato un buon giocatore”.
SU CAPELLO E IL MILAN – “Mi posso vantare con Capello perché non ho mai fatto tribuna. Lui vedeva sempre gli allenamenti e io andavo sempre in quei 16-18 che andavano alla partita. Pensavo di avere piu esperienza dopo aver vinto lo Scudetto, ebbi meno spazio, mi arrabbiai e fui chiamato da Galliani, che mi disse che ci poteva essere l’opportunità di andare al Celtic. Decisi di andarmene per poi non rovinare ancora i rapporti”.
SULLA SFIDA CELTIC-RANGERS – “Odio profondo per i Rangers, ovviamente sempre sportivamente. Furono belle battaglie. Sono le uniche 4 partite che ti senti un vero giocatore del Celtic, quei derby vengono caricati 1000 volte in piu che a Roma. E’ stata una grandissima esperienza, quelle erano le partite che aspettavo per sentire il fuoco dentro”.
SUI TIFOSI DEL WEST HAM – “E’ stata la squadra che hai adottato di piu? Si, è stata la mia squadra del cuore, a prescindere da quello che ho fatto, io sono andato via da li per una retrocessione. Mi hanno accolto da subito bene, nonostante arrivassi con qualche perplessità. Sono andato via e per 7-8 anni, hanno fatto sempre il mio nome. Lì c’è stato un amore vero. Qualcosa di unico, che non si potrà mai rovinare. I tifosi li porto nel cuore. Non hanno mai tradito il rapporto con me a prescindere da quello che poi è successo”.
LA SPINTA ALL’ARBITRO – “E’ inciampato anche se c’ho messo un po del mio. E’ stato un errore che il calciatore che non deve mai commettere, anche se l’arbitro era devo dire poco atleta. Ma ovviamente se non ci avessi messo del mio, non sarebbe successo niente.”
SUL GESTO FAIR-PLAY – “Non ero un killer, un assassino spingendo l’arbitro, fu una spinta sciocca. Lì, invece, è uscito quello che sono, onesto, leale. Era palese che il portiere era rimasto a terra per un infortunio grave. Non ce l’avrei mai fatta a segnare sapendo quello che stava accadendo e avrei fatto qualcosa che non volevo”.
SUL SECONDO GOL CONTRO LA ROMA SOTTO LA SUD – “Fu un urlo strozzato in gola. Mi ricordo che non ho sentito nessun rumore attorno a me. E’ stato il boato piu devastante della mia carriera. Quel derby era sentito, dopo 15 anni tornavo alla Lazio ed era uno degli ultimi derby. Fare ancora gol sotto alla Sud, fu ancora piu goduto, fu cercato, aspettato per godere e gioire con un intero popolo”.
SU BALOTELLI E EL SHAARAWY – “Due grandi talenti, è evidente. Parlando della crescita di Balo, bisogna vedere la sua maturazione, affinché non perda la testa in certe situazioni. Si dice sempre che è giovane, ma il processo di crescita deve essere veloce. Ha 23 anni, deve aver appreso ormai, avendo avuto tanti allenatori di grande esperienza, come ci si comporta. Da quando è tornato al Milan sembra migliorato, ma si vedrà con il tempo”.
SULLA SFIDA MILAN-BARCELLONA – “Il Barcellona comincia ad annoiarmi sinceramente. E’ un club che stravince in Spagna, ma abbiamo visto come ha perso in Europa col Celtic e il Milan. Alcuni giocatori cominciano ad essere vecchi, non perfetti come prima. Se Messi non gira, la squadra ha evidenti difficoltà. Comincia ad essere molto prevedibile per le squadre avversarie. Il Milan ha strameritato e nel ritorno ha tutte le carte per vincere, vedendo poi come nell’ultimo anno conceda molto anche in casa”.