LA GAZZETTA DELLO SPORT (P. Marabini) – Oggi in Belgio debutta Ignazio, 20 anni, figlio di Francesco: “Tifo Inter, il mio idolo è Balotelli…”. Domani Moreno riparte da Lugano…
Dall’esordio ai Mondiali su pista, al debutto su strada con la Bmc Giovani, la squadra Continental vivaio del team di Evans e Gilbert. Ignazio Moser, ventenne figlio di Francesco, è pronto all’esordio tra i professionisti. Mercoledì, a Minsk, 9° con il giovanissimo quartetto azzurro dell’inseguimento. Oggi ad Achen, in Belgio, corre la Beverbeek Classic.
Ignazio, pronto?
“Penso di sì. Nel vivaio della Bmc ho trovato una realtà incredibile, perché la filosofia e la struttura sono le stesse della squadra maggiore. Super organizzazione, attenzione maniacale dall’alimentazione alla preparazione della bici. Sono rimasto impressionato. E’ come se fosse l’Università del ciclismo“.
Come mai proprio la Bmc?
“Mi hanno cercato loro, quando ero ancora junior, due anni fa. Mi ha contattato Maximilian Sciandri e non ho impiegato molto a dire di sì. Far parte del loro progetto di sviluppo dei giovani talenti è un motivo di orgoglio. Anche perché sono l’unico italiano di questo gruppo. E poi credo sia una tappa importantissima per la mia crescita, un Master per capire anche quello che posso valere. Io sono il primo a voler maturare bene, a non voler bruciare le tappe“.
Papà ci ha messo becco?
“Papà mi lascia sempre abbastanza autonomia nelle decisioni che riguardano la mia vita e la mia carriera in bici, ma è logico che con un personaggio così in casa sarei stupido a non chiedergli dei consigli e a non coinvolgerlo nelle mie scelte. In questo caso ha approvato senza alcuna remora“.
Non è facile chiamarsi Moser e sfondare nel ciclismo…
“So che questo cognome può aprirmi qualche strada più facilmente e non posso certo vergognarmi del valore aggiunto che mi deriva dal chiamarsi Moser. Ma so anche che ho più occhi puntati addosso“.
E mamma cosa dice?
“All’inizio non era contentissima. Ma poi se n’è fatta una ragione. Le interessa solo che non cada e non mi faccia male“.
L’ha dirottata su altri sport?
“Lei no. Semmai io ne ho praticati altri da ragazzino. Sci, tennis. E il calcio: ero anche bravo. Poi però è stato quasi inevitabile finire su una bicicletta. La prima? Una Moser, avevo 7 anni“.
Gli appuntamenti principali del suo 2013?
“Il Fiandre under 23, il Gp Liberazione, il Giro Bio. E l’Europeo su pista: con il quartetto stiamo lavorando molto bene, siamo un gruppo giovane e molto affiatato, abbiamo già mostrato grandi miglioramenti“.
Più pistard o stradista?
“Il fisico (1.90 per 85 chili; ndr) sarebbe più da pistard, ma non mi precludo nulla anche su strada. Per un certo tipo di corse… Beh, le classiche del Nord. E se penso alla Roubaix che papà ha vinto tre volte…”
Ma la Bmc storce il naso?
“Assolutamente no, loro sono per la polivalenza. Non a caso in squadra ci sono anche tre pistard svizzeri“.
Domani al Gp Lugano apre il 2013 suo cugino Moreno, che alla prima stagione tra i pro’, l’anno scorso, ha stupito tutti con 5 successi.
“Andiamo molto d’accordo, è uno dei miei migliori amici. E poi ci alleniamo spessissimo insieme. E’ davvero forte, quando si prefigge un traguardo di sicuro è lì che se lo gioca. Sì, Moreno è proprio un grande. Sono sicuro che sfonderà“.