RASSEGNA STAMPA. GAZZETTA DELLO SPORT – «La storia siamo noi», cantava Francesco De Gregori. «La storia siamo noi», ricordano i tifosi del Milan ai duemila del Barcellona arrivati a San Siro.
San Siro si è messo l’abito delle grandi occasioni: sold out, tutto esaurito. In campionato lo stadio è semivuoto, ma il Barcellona è sempre un’attrattiva. In tribuna ci sono allenatori (Capello, Conte, Zaccheroni, Prandelli, Wenger, Pekerman), tifosi vip (il tennista Djokovic, rossonero – «che grande partita», dirà -, e il pilota Lorenzo, di fede blaugrana), fidanzate eccellenti (Melissa Satta in Boateng), ex giocatori (Maldini e Inzaghi). Per Pippo è la prima a San Siro da quando ha smesso di giocare: «Spero di portare bene e di non sbagliarmi e infilarmi negli spogliatoi…». Anche Mario Balotelli è arrivato con la sua Fanny.
Il primo boato della curva arriva alle 20, quando entra Abbiati. Alle 20.07 partono le prime note di Sweet child o’ mine dei Gun’s N’Roses, che preannuncia il riscaldamento: Ambrosini e Abate sono i primi a entrare, applausi. Poco dopo è il momento del Barcellona, accompagnato dai fischi dello stadio. Sulle tribune sventola uno striscione: «Sulle nostre creste non c’è spazio per le vostre pulci», poi spuntano i baffi di Kilpin e tante bandierine rosse e nere. «La storia siamo noi», ripetono i tifosi come un mantra, però Messi fa paura ogni volta che prende il pallone. «Ma noi abbiamo El Shaarawy», è lo slogan della curva, che non la smette mai di cantare. E impazzisce di gioia al gol di Boateng. Balotelli festeggia in tribuna con la sua bella e Robinho mentre il Boa fa la «M» con le mani sotto la sud. Poi arriva il raddoppio di Muntari e San Siro diventa una bolgia. Adesso Messi e compagnia sono tornati sulla terra, non sono più extraterrestri. «Il miracolo non è impossibile», aveva profetizzato Inzaghi. «La storia siamo noi», cantano i tifosi. Stavolta il Milan l’ha ricordato al Barcellona anche sul campo.