RASSEGNA STAMPA. GAZZETTA DELLO SPORT – Adriano Galliani ha il volto trasfigurato dalla felicità, immagini ed emozioni ancora s’accavallano tra cuore e testa. Si è fermato negli spogliatoi più a lungo del solito, per condividere con i protagonisti un momento speciale. Sognava una serata così, una notte da padroni in Europa contro i più forti del mondo, cose a cui il Milan è sempre stato abituato, ma che ormai non accadevano da qualche anno. Il Milan più bistrattato degli ultimi anni, quello senza i campioni e senza i senatori ha dato una lezione di calcio ai maestri del possesso palla. Messi più che un supereroe sembrava l’uomo invisibile, i marziani per una sera sono stati Muntari, Boateng e gli altri, capaci di annientare una banda di giocatori stratosferici. Forse la soddisfazione è ancora più grande perché l’impresa è arrivata in un’annata iniziata malissimo, con un Milan impoverito su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo. Galliani però prima della gara aveva detto: «Non partiamo battuti». Parole sante. «Abbiamo fatto molto bene e l’allenatore è stato bravo – dice -, gli abbiamo lasciato il possesso ma nel secondo tempo non sono mai entrati in area. Quando fai partite perfette tutti devono essere perfetti. Il Barcellona ci rispetta, ero quello che mi sforzavo di dire in questi giorni. Non so che cosa succederà al ritorno, però ce la giochiamo. Per tre settimane godiamoci questo 2-0». La dedica è per Berlusconi, che esattamente 27 anni fa diventava presidente del Milan: «Ci ha portato in vetta al mondo. Se penso a dove eravamo quest’anno dopo 8 partite, avevamo 7 punti ed eravamo salvi per la differenza reti. Oggi è successo qualcosa d’incredibile, Abbiati sarà senza voto perché non ha fatto una parata. Al gol di Muntari ho guardato il guardalinee per vedere se l’annullavano. Non mi sembrava meno dentro di quello dell’anno scorso con la Juve». Battuta finale su Allegri: «Se è merito suo? Volevo esonerarlo, ma non ce l’ho fatta…».