IL MESSAGGERO – RASSEGNA STAMPA – (L. Del Gaudio) – Si è detto meravigliato, forse stupito, per l’aggressività dei tre banditi. Una dose eccessiva di violenza, che va al di là anche dell’obiettivo di strappargli dal polso un Rolex da 25mila euro. Un’ora dinanzi ai pm, è la versione di Hamsik, vittima di una rapina dell’orologio nei pressi dello stadio, subito dopo la partita pareggiata con la Sampdoria. È stato convocato come testimone, pare che ricordi davvero poco sulle fattezze fisiche dei tre aggressori. Rapina, ma anche possibili pressioni a sfondo intimidatorio nei confronti della squadra o della società. Qual è il punto? L’inchiesta sullo scippo ad Hamsik viene affidata alla Digos, mentre in Procura se ne sta occupando il pool reati connessi alle manifestazioni sportive, coordinato dal procuratore aggiunto Melillo. C’è il rischio che si sia rotto un equilibrio tra la società e una parte degli hooligan, che qualcuno punti a intimidire la squadra proprio nel momento più delicato della stagione, quando l’aggancio alla Juventus sembrava cosa fatta. Eppure nello stesso fascicolo rischiano di finire tracce e particolari fino a questo momento ritenuti scollegati gli uni dagli altri: il silenzio delle curve durante la partita di domenica. Violenza per intimidire in uno scenario dove da tempo la società ha deciso di tagliare i ponti con il tifo violento.