LO MONACO: “Il calcio italiano è in crisi. La ROMA? Certe scelte lasciano perplessi”

L’ex direttore generale di Catania e Palermo, Pietro Lo Monaco, ha commentato il momento che sta vivendo la Roma a Radio Ies…

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NOTIZIE AS ROMA – L’ex direttore generale di Catania e Palermo, Pietro Lo Monaco, ha commentato il momento che sta vivendo la Roma. Ecco le sue dichiarazioni ai microfoni di Radio Ies:

Sul calcio italiano?
“E’ in una crisi strutturale che ha due matrici. Non manca il supporto economico, ma c’è l’incapacità di gestire questi soldi. Il fatto che squadre come Inter, Milan o la Roma abbiano la necessità di ristrutturare fa si che i campionati abbiano momenti tecnici difficili. E’ un cambiamento di cui l’Italia ha bisogno. Non può essere altrimenti: ricordiamoci che nel 2015 scade il discorso dei diritti televisivi e Sky ha il monopolio”.

E’ così difficile farsi rispettare senza la figura del presidente?
“No, è il messaggio che si vuole far passare, ma non è vero. Il problema è che l’ambiente ha avuto poche regole. I calciatori hanno i loro diritti e i loro doveri. Una società è chiamata a far rispettare queste cose, non c’è niente di strano, è una cosa talmente naturale. Quando si gestiscono queste cose bisogna essere rigidi mentalmente e pretendere, anche da se stessi, il rispetto della regole”.

Se nella sua squadra il rigorista viene spodestato?
“Prendo a pedate nel sedere chi ha calciato il rigore e riprendo il rigorista che doveva calciarlo e non l’ha fatto”.

Osvaldo voleva mostrare una maglietta. La società non controlla queste cose? 
“Fa parte di quelle regole a cui facevamo riferimento prima. I calciatori devono mettere solamente materiali forniti dallo sponsor tecnico. Se un calciatore all’insaputa della società fa una cosa del genere rischia sanzioni pesantissime. Se è al corrente che ci sono queste regole, non fa cose del genere”.

Avrebbe esonerato Zeman per Andreazzoli?
“Non voglio entrare in questo tipo di argomentazione. Sindacare le azioni altrui è scorretto. Mi sento di dire però che la Roma è una società e un ambiente che deve stare gomito a gomito con la Juve. Per storia, per pubblico, per tutto quanto, la Roma deve avere questi obiettivi”.

Se lei fosse alla Roma, preferirebbe un progetto legato ai giovani o un instant team?
“La Roma ha un grande organico con giocatori giovani di pronto impiego e di prospettiva importante. Quello che sorprende è che giocatori come De Rossi sono stati in panchina al posto di chi evidentemente è un po’ acerbo. E’ un titolare della Nazionale e costituisce un pezzo di anima di questa squadra. Certe scelte hanno lasciato un po’ di perplessità, per il resto credo che non abbiano lesinato alcuna energia economica”.

Si può lavorare senza un presidente?
“Io ho lavorato in queste condizioni per tanti anni. Contano i numeri, i bilanci e i risultati sportivi. Poi se c’è il presidente o no, diventa importante solamente a livello di immagine ma fino ad un certo punto. Quello che conta è la gestione vera”.

Accetterebbe la proposta della Roma?
“Preferisco non rispondere. Roma è una piazza incredibile che ha già i suoi dirigenti competenti. Posso solo augurare alla Roma e ai romani le migliori fortune”.

E’ appetibile una piazza come quella di Roma?
“Senza ombra di dubbio, non ci sono riflessioni negative a tal proposito. Chi venisse contattato deve solo sentirsi onorato di poter lavorare in una piazza come quella di Roma”.

Su Balzaretti?
“Deve stare bene fisicamente, è un giocatore di corsa, agonismo e cuore. Ha avuto diversi acciacchi che ne hanno limitato il rendimento. Può dare di più”.

Sulle figure nella Roma?
“Non mi ci raccapezzo da fuori (ride ndr)”.

Avrebbe preso Zeman?
“No, avrei preso Montella”.

Se la squadra è forte, di chi è la colpa?
“Dare colpe è una cosa bruttissima. La Roma non sta facendo bene, ma il campionato deve ancora finire. Mi auguro vada tutto bene, ma se non dovesse succedere, credo che calciatori e società siano i primi a sapere di non aver fatto bene. Quando le cose non vanno per il verso giusto, le colpe vanno divise”.

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