IL MESSAGGERO – RASSEGNA STAMPA – (U. Trani) – Cambia l’allenatore, non il risultato. La Roma perde ancora nel 2013, solo due punti raccolti nelle sei gare di campionato del nuovo anno. La Sampdoria ha la pazienza di aspettare il secondo tempo per aggiudicarsi il match. Il 3 a 1 di Marassi è pesante per i giallorossi. Decima sconfitta in questo torneo, la quarta dal 6 gennaio, e le reti subite sono 45. La zona Champions è a 10 punti e pure l’Udinese è adesso davanti: quindi nono posto in classifica. Sempre peggio. La Roma fa un grande primo tempo: compatta e disciplinata. I giocatori si sacrificano e seguono le indicazioni di Andreazzoli. Il debutto del nuovo tecnico finisce, però, male. Perché nella ripresa i giallorossi è come se non si fossero ripresentati in campo. Sono ricomparsi i vecchi difetti. Andreazzoli, riparte dalla difesa a tre che piace al gruppo, indica la nuova via. Ma non è atteggiamento prudente. La Roma non rischia niente, con la Sampdoria che nel primo tempo non conclude mai: a far schermo c’è De Rossi che imposta facile e protegge senza essere in affanno. In attacco i giallorossi si affacciano spesso, anche se non sono concreti, come spesso gli è accaduto in questa stagione. Bradley, ignorando Lamela e Osvaldo, non sfrutta la superiorità numerica e di destro strozza a lato. Lamela, con il solito tiro di sinistro a giro, trova i guantoni di Romero che respinge. Totti, su punizione, indirizza nell’angolo basso più vicino e il portiere argentino devia in angolo. La chance migliore, a fine tempo, capita a Pjanic su invito, da sinistra, di Osvaldo: destro troppo lieve e Costa di petto salva in angolo. Basta una mossa di Delio Rossi per mandare in tilt la Roma nel secondo tempo: fuori Soriano dopo l’intervallo e spazio a Sansone che, sistemandosi alle spalle di Icardi, cambierà la storia del match. Andreazzoli, invece, cambia lato, e non si capisce perché, a Pjanic, che inizia la ripresa da intermedio destro: il bosniaco, forse il migliore della prima parte, esce dalla partita. I giallorossi perdono brillantezza e convinzione, la Samp, invece, riparte veloce e sembra anche più spigliata. Al sesto segna Lamela ma l’assistente Barbirati segnala il fuorigioco dell’argentino che è in posizione regolare. Celi annulla. Ad inizio azione è Marquinho a essere oltre i difensori blucerchiati, non si capisce però la segnalazione in ritardo. L’episodio incide sul risultato. De Rossi regala a centrocampo un pallone a Poli che verticalizza per Sansone, bravo a smistare a sinistra per Estigarribia: sinistro per l’1 a 0 all’undicesimo. La ripartenza è fatale e la Sampdoria, al primo tentativo, fa centro. Stekelenburg evita subito il bis: di piede si oppone a Poli. Celi concede un rigore alla Roma, fallo di Gastaldello su Osvaldo. Il centravanti si prende il pallone e allontana Totti che è lo specialista. Il capitano, senza parole, resta per qualche secondo sulla linea dell’area di rigore. Non capisce, ma si adegua, anche perché dalla panchina nessuno interviene, a cominciare dal nuovo tecnico. Osvaldo batte centrale e Romero blocca. E’ il ventiquattresimo. Due minuti prima Andreazzoli aveva inserito Florenzi per Bradley e avanzato Lamela: il sistema di gioco adesso è il 3-4-2-1, con l’argentino accanto a Totti per assistere meglio Osvaldo. Sansone realizza il 2 a 0 su punizione, concessa per un fallo di Burdisso su Gastaldello. Stekelenburg prende il gol, sinistro piazzato, sul palo che dovrebbe coprire: la palla gli passa in mezzo alle mani. In quell’azione si fa male Castan che si arrende per una distorsione al ginocchio sinistro: dentro Dodò. Su azione a destra di Florenzi, Lamela segna la sua undicesima rete in campionato, sinistro in mischia al trentesimo. La Sampdoria chiude due minuti più tardi il match, colpo di testa di Icardi, anticipando De Rossi, su corner ancora di Sansone. Nel recupero espulso Delio Rossi per un gestaccio a Burdisso, nervoso e spaesato, come Andreazzoli e il resto del gruppo che scivola ancora in classifica.