IL MESSAGGERO – RASSEGNA STAMPA – Un esordio da incubo, o quasi. Andreazzoli, il nuovo allenatore della Roma, sognava di cominciare la sua avventura sulla panchina giallorosa in una maniera completamente diversa, invece è arrivata un’altra sconfitta, la decima, e soprattutto altri tre gol sul groppone. L’attesa svolta, dopo l’esonero di Zeman, non c’è stata. Non corretto, però, dare tutte le colpe all’ultimo arrivato. Andreazzoli ha cominciato con la difesa a tre, cambiando – invece – più volte l’assetto del centrocampo e parzialmente anche dell’attacco. Alla fine, i troppi cambi hanno prodotto una Roma ibrida che via via è evaporata, dopo aver cominciato non male. Ecco l’Aurelio. “Un gol annullato, primo gol subito al primo tiro, rigore sbagliato: tutte le partite sono figlie di episodi, che non ci sono stati favorevoli. Il gol di Lamela era regolare”. Puntuale la domanda sul calcio di rigore sbagliato da Osvaldo. “Chi è il rigorista della squadra? Negli ultimi venti anni è stato Totti. Perché l’ha tirato Osvaldo? Non ve lo so dire…”. Una dichiarazione sconcertante. “Non ho mezzi per giudicare, può darsi che si siano messi d’accordo tra loro. Vedendo le immagini, però, non mi dà questa impressione, ho notato che Francesco era un po’ perplesso. Episodio importante, certo, ma la partita non è tutta qui”. Difende tutti i giocatori, poi. “Sull’autostima abbiamo cercato di lavorare perché è un momento negativo e la classifica è quella, l’ambiente non è soddisfatto e i calciatori sentono l’influenza dell’ambiente. C’è molto da fare, se non c’è chiarezza neppure su chi deve tirare un rigore…”. La polemica. “Roma in autogestione? Pensatela come vi pare… Io sono molto democratico. So che vi state riferendo al calcio di rigore, ma stabilire chi l’avrebbe tirato era l’ultima cosa che dovevo fare… Nel primo tempo la squadra non ha concesso niente, neppure una ripartenza alla Sampdoria. Dispiace perché avevamo bisogno di fare risultato per riportare a Roma un po’ di serenità”.