LA GAZZETTA DELLO SPORT – Seppi k.o. con Cilic, Fabio nel match decisivo con Dodig non tradisce dopo mille emozioni: 3-2 alla Croazia e quarti dopo 15 anni, col Canada
RASSEGNA STAMPA – Dev’essere così: a decidere l’ennesima giornata folle di coppa Davis, da 2-1 a 2-2 a 3-2, transitando dal quasi trionfo al quasi disastro, dalle lacrime di rabbia a quelle di felicità, dall’euforia alla paura, dev’essere proprio Fabio Fognini, che si fa chiamare «Fogna», che tutti conoscono come velocista dal braccio d’oro capace di tutto e del contrario di tutto, che può realizzare qualsiasi vincente e causare qualsiasi errore gratuito, senza alcuna partecipazione esterna, solo per un clic del suo indecifrabile e incontrollabile io. Dev’essere lui, il genietto di Arma di Taggia dal sorriso enigmatico, che è saltato venerdì per l’influenza e ha vinto il doppio di sabato col gemello Simone Bolelli, a firmare questo indimenticabile Italia-Croazia. E deve riuscirci, ovviamente, in extremis, all’ultimo singolare, e a modo suo, con troppi su e giù, troppe emozioni, troppe contraddizioni, troppe inutili sparate muro contro muro, proprio con un incontrista come Ivan Dodig che invece non sa spingere e s’ubriaca nella varietà tecnica della lenta terra rossa del Palavela. E comunque ce la fa, il nostro Fabio degli eccessi, «il pazzo Fogna» (come si autocita lui), e bisogna dirgli grazie perché alla fine la squadra più forte batte il giocatore più forte. Com’è giusto che sia, fra l’Italia dei tre tenori e mezzo (Seppi, Fognini, Bolelli e Lorenzi) e la Croazia del totem Marin Cilic, costretto a giocare tre match in tre giorni, cioè 10 ore e 15 minuti di tennis molto fisico, ma capace di vincere due singolari e di arrendersi per un soffio in doppio.