IL MESSAGGERO – RASSEGNA STAMPA – (U. Trani) – “Mi viene facile raccontare la verità. Ho problemi, invece, a dire bugie. E cerco di farlo il meno possibile”. L’orgoglio di Zeman resiste nella conferenza stampa più assurda della sua carriera. Perché non accetta di passare da imbavagliato dalla società. Che gli ha imposto di parlare solo di calcio e lasciare a casa ogni polemica. Lui prova il silenziatore, aiutato dall’ufficio stampa che indirizza le domande della platea verso la partita di questa sera. Non funziona e il boemo sorride, nervosamente, per trattenersi. L’imbarazzo, alla vigilia di Roma-Cagliari, è stato totale. Commissariato e delegittimato da Baldini e Sabatini, addirittura pilotato, Zeman si tiene stretta la panchina giallorossa. “Mi sento allenatore di questa squadra al cento per cento, basta vedere come sono vestito” dice abbassando lo sguardo sulla tuta della Roma. “È nato tutto da un disguido, dalle mie parole prima del Bologna. La società ha pensato che l’ho fatto per un motivo che non era quello vero. Io volevo portare attenzione su certi temi, più concentrazione su quello che si deve fare. Credevano che volessi tirarmi indietro e invece io punto ad andare avanti. Sono contento di continuare insieme per il bene della Roma. Voglio restare altri cinque anni: è logico che me lo devo meritare”. Stride con l’esonero messo in preventivo, lunedì, da Sabatini: “Non ho mai creduto che finisse così. Ci siamo parlati, abbiamo chiarito: un giorno di caos, subito finito. La società mi ha detto quello che vuole da me e viceversa”. Ecco le richieste, sue e dei dirigenti: “Voglio massimo impegno da parte di tutti. E massima collaborazione. Bisogna migliorare la classifica, i comportamenti e gli atteggiamenti: se non siamo primi ci sarà un motivo. Loro, invece, vogliono che io collabori un po’ di più per uscire da questa situazione. Nessuno è contento: nè io, nè la società e nè i giocatori. Ognuno deve dare di più”. Sulle dimissioni: “Non ci penso proprio. Sono sempre lo stesso. Ho motivazioni per andare avanti. Spero di riuscire a trascinare gli altri”. Il messaggio è ancora per Sabatini che, in cambio della fiducia, ha indicato la soluzione del rimpasto. Stasera contro il Cagliari si gioca comunque il posto. “Tutte le partite rappresentano un esame, per me e per i giocatori. Ma io spero che le cose vadano bene, non penso mai al peggio. La squadra non sta male, mi aspetto una buona prestazione”. Smentisce ancora il d.s.: “Non ci sono rapporti cancerogeni con nessuno. C’erano in passato, anni fa”. Rivendica l’autonomia nelle decisioni: “Sono sempre stato libero e sempre lo sarò. La società mi ha sempre permesso di scegliere senza mai intromettersi. Perché dovrebbe farlo ora?. Dall’inizio ho detto che sono soddisfatto di questo gruppo: può fare una buona stagione. Ci si poteva aspettare qualcosa di più da qualcuno, ma c’è anche chi è andato meglio del previsto. Ho dodici under 23 che hanno poca esperienza ma grande talento. Ora ho pure un terzino in più. Il mercato di gennaio serve a sistemare i buchi della rosa se le società hanno problemi. Se la Roma è stata la meno attiva significa che ne ha meno”.