LA GAZZETTA DELLO SPORT – RASSEGNA STAMPA – (S. Boldrini) – La foto e il sottotitolo del Mirror, grande rivale del Sun, rendono bene l’idea sul senso dell’addio di Balotelli: “Puoi amarlo oppure odiarlo, ma non puoi ignorarlo, con la sua personalità unica”. I media inglesi hanno accolto in tanti modi la partenza di Mario: dall’austerità del Times (“ha fatto vedere solo a tratti le doti che gli vengono riconosciute. Mario resta un mistero”) alla severità del Mail con un titolo emblematico: “Why he had to go”, tradotto “perché doveva andarsene”. Il Telegraph riconosce il suo talento “indubbio, ma troppo indisciplinato”. Il Sun fa parlare invece qualche gloria del City che dice: “Bravo, ma è stato un incubo”. Immediate le reazioni anche alle prime parole con la maglia del Milan: l’inno d’amore per il nuovo club non è piaciuto. Della serie, lo sapevamo, ma meglio se avessi taciuto. Va fatta una considerazione: c’è differenza di giudizio tra i cronisti di Londra e quelli di Manchester. Nella capitale, forse per la lontananza, sono più benevoli. Quelli di Manchester, che hanno vissuto 900 giorni sotto botta, sono più severi e, tutto sommato, contenti della partenza di un personaggio che poteva rivoluzionarti il lavoro a qualsiasi ora. Ma c’è poi la reazione dei compagni come Clichy (che twitta “Triste vedere Mario andare via. Un bravo ragazzo. Nessuno ti dimenticherà”) e dei tifosi. Quelli del City sono combattuti: hanno amato Mario, il suo talento e le sue follie, ma sono anche convinti, dopo averlo visto all’Europeo, che non abbia espresso tutte le sue potenzialità. “Magari avessimo avuto sempre il Balotelli dell’Italia“. I tifosi della altre sponde, in particolare quelli dello United, brindano. In questi anni lo hanno ricoperto di insulti. L’Inghilterra lo ha amato e odiato, ma non è stata razzista nei suoi confronti: Mario non è mai stato considerato un ‘nero’, ma un italiano. Balo per la prima volta si è sentito davvero italiano. Ed è il miglior regalo che potesse fargli la vecchia Inghilterra.