Il texano è uscito allo scoperto dopo l’intervista a Oprah Winfrey: “Tutti i figli di p… che hanno partecipato al Tour hanno cercato vantaggi”…
DOPING ARMSTRONG – “Nessuna generazione è stata ‘pulita’, nè quella di Merckx, nè quella di Hinault, nè quella di LeMond, nè quelle dei vari Coppi, Gimondi, Indurain, Anquetil e Bartali e nemmeno la mia“. A parlare, in un’intervista esclusiva a Cyclingnews, è Lance Armstrong, per la prima volta allo scoperto dopo la confessione ai microfoni di Oprah Winfrey. “La mia generazione non è stata diversa dalle altre. Gli ‘aiuti’ si sono evoluti nel corso degli anni ma resta il fatto che il nostro è uno sport dannatamente duro, il Tour è come un numero acrobatico e per un secolo tutti i figli di p… che hanno partecipato hanno cercato dei vantaggi“. Tornando alle sue ammissioni, Armstrong replica a chi lo accusa di aver protetto il dottor Michele Ferrari. “Io non stavo proteggendo nessuno, ero lì a parlare di me stesso, delle mie esperienze e dei miei sbagli“. Il texano si dice favorevole all’istituzione di una Commissione per la verità e la riconciliazione (“è l’unica via, linciare pubblicamente un uomo e la sua squadra non risolverebbe nulla“) e a una successiva amnistia “altrimenti nessuno uscirà allo scoperto“. “McQuaid è solo in costante modalità ‘copriti il culo’, è patetico“, la frecciata invece riservata al presidente dell’Uci che ha ribadito come per Armstrong non ci fosse posto nel ciclismo. “Il livello di ipocrisia è frustrante ma è il ciclismo, nessuna sorpresa“, conclude l’ex corridore texano.