ROMA. Niente schiarita, ZEMAN in bilico

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IL MESSAGGERO – RASSEGNA STAMPA – (U. Trani) – E’ caduto il governo Zeman. Più che separato, esonerato in casa. La Roma, in queste ore, è come se non avesse l’allenatore, pure se il tecnico di Praga è sotto contratto (anche per la prossima stagione che difficilmente passerà però ancora a Trigoria). A sfiduciarlo, pubblicamente, è stato il d.s. Sabatini a Trigoria. Usando il passato e non il presente per parlare del lavoro del boemo in questi sette mesi. Rafforzando la posizione del club che non lo ritiene più in grado di gestire lo spogliatoio. La situazione era chiara già da domenica mattina: prima della gara di Bologna, il d.g. Baldini aveva preso le distanze da Zdenek, schierandosi apertamente con la squadra. Il boemo può restare solo se accetta agli input della società. Che gli chiede di cambiare soprattutto atteggiamento nei confronti dei calciatori e, quando sarà necessario, anche modo di giocare. Prendere o lasciare. Messa così, sembra chiara la strategia. Sabatini, contestando il suo Metodo, lo ha spinto alle dimissioni. Perché conoscendo Zdenek appare improbabile che diventi improvvisamente un altro. Se fosse per Baldini, Zeman già da due giorni non sarebbe più l’allenatore della Roma. Il direttore generale è infuriato. Non ha mandato giù le accuse del tecnico a dirigenti e calciatori. In particolare quelle alla squadra sulla mancanza di spirito di sacrificio e sull’indisciplina. Per il d.g. va subito esonerato. La lista degli scontenti è così lunga che si fa prima a elencare chi ha feeling con il boemo: Goicoechea, Piris, Balzaretti, Florenzi, Tachtsidis, Bradley e Totti. Più Marquinhos e Lamela, ma solo perchè i due hanno sempre avuto spazio. Pochi nove giocatori per essere squadra. Sabatini, però, cerca di prendere tempo, anche se nessuno a Trigoria può garantire che venerdì, all’Olimpico, in panchina ci sarà l’allenatore attuale. Il d.s. ha cercato di convincere, al telefono, Baldini. Come il d.s., anche gli altri dirigenti, l’a.d. Fenucci e il consigliere Baldissoni, non vogliono accelerare. O meglio, vogliono capire se l’allenatore è disposto a cambiare. Se resta, è bene dirlo subito, non sarà più Zeman. Oggi il confronto tra il boemo e la dirigenza. Ieri è saltato. Per l’assenza di Baldini e anche perché Zeman non si aspettava di sentire la parola esonero da Sabatini in diretta tv. Prima dell’allenamento, il boemo, davanti al video, aveva contestato ai giocatori gli errori difensivi commessi nella gara di BolognaBaldini ha parlato con il Presidente Pallotta. E ha ricevuto carta bianca. La proprietà è preoccupata, ma lascia la piena autonomia al direttore generale. Il direttore generale sta scremando le candidature. L’unico traghettatore, stimato da Sabatini e dai giocatori più rappresentativi, potrebbe essere Andreazzoli, l’ex tattico di Spalletti che è nello staff tecnico già dall’anno scorso, con Giannini. Oppure Panucci. Più loro di Malesani che non convince a 360 gradi. L’ideale sarebbe un tecnico di statura internazionale che resti anche l’anno prossimo. Uno come Blanc, uomo di alto profilo e di grande carisma. Per il Cagliari potrebbe esserci proprio Andreazzoli. Così Baldini si potrà dedicare a Blanc, offrendogli la panchina giallorossa anche per la prossima stagione.

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