LA GAZZETTA DELLO SPORT – Il Presidente Figc: “Per noi non è una sorpresa. Con lui incomprensioni dal primo giorno”…
RASSEGNA STAMPA – (F. Licari) – “Se qualcuno chiedesse a Baggio un documento su un progetto non approvato, un finanziamento non dato, lui non potrebbe portare nulla. Perché la federazione ha fatto tutto. Le difficoltà sono state soltanto sue”. Alla riunione Uefa dei 53 presidenti europei, Abete non può evitare la questione Baggio: “Ma per noi non è stata una sorpresa”.
Perché?
“Avevamo già parlato il 14 novembre a Parma, prima di Italia-Francia. Io, il direttore Valentini, Baggio e Petrone“.
I motivi?
“Difficoltà operative, dice. Ma credo non si sentisse a suo agio nel ruolo. Oltretutto non poteva dare continuità per i numerosi impegni internazionali: è ambasciatore Onu. Capisco. Però la dirigenza sportiva è prosa, non poesia”.
Baggio ha parlato di mancanza di fondi.
“I finanziamenti sono stati approvati tutti: gli stanziamenti si trovano in un capitolo del bilancio. Il problema è un altro”.
Quale?
“L’incomprensione fin dal primo giorno. Baggio pensava che il suo compito fosse lo scouting dei giocatori. Ma io, Sacchi e Albertini gli abbiamo spiegato che compete al Club Italia. Lui doveva occuparsi della formazione dei tecnici: definire regole e principi per insegnare calcio ai giovani. Così Baggio ha esaurito la spinta e non è neanche passato alla seconda fase del progetto”.
Deluso?
“Mi spiace, ma resta un patrimonio del calcio e un uomo di spessore. Spero non cambi il suo rapporto con noi”.
Parlavate con Baggio e con Petrone…
“Non era possibile parlare col primo senza farlo con il secondo con il quale ha un rapporto preferenziale”.
L’ultimo provvedimento — il patentino di allenatore ad honorem ai componenti del direttivo — vi ha spiazzato.
“Le modalità non sono state condivisibili, ma tanto lo sappiamo tutti che è un pezzo di carta e basta. Anche i campioni del mondo, anche Cannavaro, per allenare hanno dovuto svolgere il corso. Insomma, un provvedimento senza effetto”.