CALCIO. Il ricordo di Garrone «Era una persona di altri tempi. Ci ha dato tanto»

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Da Palombo a Mazzarri, da Pazzini a Delneri, le lacrime per il patron della Samp: «Uomo vero»

(getty images)
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RASSEGNA STAMPA – Deve essere stato un uomo speciale Riccardo Garrone, se chi lo descrive, con gli occhi lucidi e la faccia triste, quando va indietro nel tempo, cercando l’immagine giusta, non riesce a trattenere un piccolo sorriso. «Con la sua calma, anche nei momenti difficili, ci ha insegnato a crescere». Angelo Palombo è stato il capitano storico della Sampdoria nell’era Garrone, uno dei primi rinforzi portati a Genova dal presidente appena scomparso. Il suo viso si rilassa sereno quando ne parla. Nasce così il ritratto di una persona particolare, all’apparenza burbero, in realtà semplice e sincero. «A lui — racconta Gigi Delneri, il tecnico che portò i blucerchiati al preliminare di Champions — piaceva arrivare a Bogliasco per seguire i ragazzi. La verità era che si divertiva a stare sul campo con noi, a condividere il nostro lavoro, indipendentemente dal tempo o dal momento». Per tutti la scomparsa di Riccardo Garrone è un colpo durissimo, anche perché è arrivata inattesa. «Mi resta — confida Walter Mazzarri, il tecnico che portò la Samp alla finale di Coppa Italia — un’immagine speciale: un giorno mentre la squadra viaggiava in pullman lui volle venire in auto con me. Parlammo di tante cose e lì capii quale fosse lo spessore della persona. Nacque un rapporto a pelle che andava oltre il suo carisma». L’affetto più della personalità, la moralità prima del rigore. Con i suoi gesti e le sue parole più che dirigere insegnava: «Era un personaggio pulito — sottolinea Giampaolo Pazzini — come lo è la sua famiglia. Sapeva trovare il modo di rallegrarci dopo una sconfitta, amava raccontarci un aneddoto particolare: “Mio padre — ci diceva — mi ha sempre intimato di non possedere mai un giornale o una squadra di calcio. Io li ho tutte e due».

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