LA GAZZETTA DELLO SPORT – È ritornato per salvare la squadra: “Qui ci sono i valori per rimontare ma se abbiamo così pochi punti vuole dire che ce li siamo meritati”…
RASSEGNA STAMPA – (A. Da Ronch) – Preziosi è nato ad Avellino e, probabilmente, è scaramantico. Chissà se questo ha pesato nella dolorosa scelta che ha portato all’esonero di Delneri e alla chiamata di Ballardini, o se tutto è stato frutto del caso. Sul tavolo, in effetti, c’è un fatto curioso: l’ultimo k.o. casalingo della Juventus è venuto contro un allenatore romagnolo, appena subentrato su una panchina genovese ad un ex tecnico dei bianconeri, e che, come prima trasferta, si è trovato di fronte gli uomini di Conte allo Juventus Stadium. E’ questo il sogno rossoblù in vista della trasferta di sabato, ma è stata pure la realtà blucerchiata. Delio Rossi, da Rimini, ha fatto proprio così e il suo programma d’esordio prevedeva: Lazio in casa e Juve fuori. Ora tocca a Ballardini da Ravenna: Juve fuori, Lazio in casa. Chissà se firmerebbe su un bottino di tre punti come quello del collega? Il neo allenatore del Grifone fa finta di non badarci. “Io – confida – ho una filosofia ben precisa, che ho cercato di rispettare in tutte le occasioni in cui sono subentrato ad un collega: puntare tutto sul gioco, perché solo attraverso quello possono arrivare i risultati. Voglio che tutti giochino per la squadra, che si cerchi di tenere la palla a terra, che gli attaccanti diano profondità e centrocampisti e difensori li accompagnino in avanti. Infine pretendo che tutti difendano, a partire dal settore più avanzato. Affrontare subito la Juventus non è un problema, avremo 17 sfide, poco importa chi troviamo prima e chi dopo”. Ballardini ha pesanti segni di stanchezza sul volto. Ha dormito poco, visto che ha incontrato Preziosi fino a tarda notte, prima di raggiungere Genova con un contratto di sei mesi, senza opzione sulla stagione successiva (con lui ci saranno i collaboratori di sempre Ragno e Melandri, che si libereranno da Cagliari). Alla squadra, nella quale ritrova Rossi, Moretti, Kucka, Floro Flores, Antonelli e Jankovic (tutti presenti nella sua prima avventura rossoblù nel 2010-’11), più Matuzalem, suo ex giocatore alla Lazio, ha fatto un discorso brevissimo, cercando di scaricare dalle spalle di tutti le responsabilità. Pochi minuti e tutti in campo. “Ora devo valutare tutto, perché questa squadra ha dei valori, ma il campo non mente mai: se hai diciassette punti in classifica vuol dire che ti sei meritato solo quelli. Il mio compito è ascoltare e osservare, poi cercherò di intervenire partendo da chi ho già avuto qui a Genova e da chi può essere leader, come ad esempio Frey. In lotta per la salvezza ci saranno 7 o 8 squadre, noi abbiamo i valori per superarle. Qui ho trovato gli elementi con le caratteristiche per adattarsi alle mie idee di gioco (il 4-4-2 di base con possibilità di 4-3-1-2), poi se valuterò necessario un intervento la società è pronta ad accontentarmi”.