LAZIO. Lotito: «Né padroni né vassalli la nuova Lega è di tutti»

IL CORRIERE DELLO SPORT – «Ha vinto il rinnovamento, i club hanno pari dignità I voti sono uguali, è rappresentato l’intero territorio…

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RASSEGNA STAMPA – Dalle colonne del giornale sportivo parla Lotito soprattutto della Lega. Ecco i passaggi più importanti. «Alla Lega non  l’ha spuntata Lotito, non è stato il successo di Lotito, ma di tutti quei presidenti che volevano essere artefici e protagonisti del progetto della Lega e di un’opera di rinnovamento del calcio italiano. Noi abbiamo condiviso un programma basato sui meriti, sulla pari dignità di ogni club. C’è, invece, chi voleva dipingere un calcio italiano, figlio del passato, con i padroni delle ferriere e i vassalli». Ma ci sono 4 squadre contro: «Non è vero che si è spaccato il calcio italiano: 14 voti significa prendere i due terzi dei voti, la maggioranza era a 11. Beretta è stato eletto democraticamente. Ognuno è libero di scegliere. La differenza è che una volta i voti si “pesavano”, oggi invece si contano, perché tutti hanno pari dignità, pari rispetto, pari considerazione. I voti sono uguali, non hanno pesi differenti. Nessuno vuole depauperare il ruolo delle società, che viene esercitato in assemblea. Il Consiglio esprime la rappresentanza di chi ha vinto le elezioni e rappresenteremo tutti. Ci sono stati diversi presidenti che già due giorni fa a Milano sottolineavano come si respirasse un’aria nuova». Il Presidente della Juve, contrario alla scelta di Beretta ha sostenuto che questo governo rappresenta il 30% del calcio italiano. Ma Lotito attacca: «E’ totalmente falso e destituito di ogni fondamento. Dovrebbe ricordarsi quando in cinque società (Napoli-Juve-Inter-Milan-Roma) non erano riuscite a trovare un accordo per i diritti televisivi e le altre 15 tesero una mano. Oggi Milan e Napoli si sono schierate dall’altra parte. Questo Consiglio di Lega ha una rappresentanza geografica e territoriale che in precedenza non si era mai vista. Il ruolo di presidenti di club si esercita in assemblea. Nel Consiglio cercheremo di sviluppare i progetti e le idee per migliorare il calcio italiano e riformarlo sul serio». Poi una frecciata «a chi ha orecchie ascoltiNon si è spaccata la Lega, abbiamo spaccato noi qualcos’altro. E per qualcos’altro intendo il piano che era già stato delineato, con certe cariche ripartite. Ma pensate che non avessero già stabilito un organigramma, come peraltro è giusto? Certo che sì». Ora si va verso un nuovo calcio: «Io sono contento perché ho visto tanti presidenti contenti, a cui è stato restituito un ruolo e una parte decisiva nel processo di riforma del calcio. L’epoca dei magnager sta finendo. Questa è stata una svolta epocale. Sinora l’errore dei presidenti era stato quello di delegare a manager che poi si sono rivelati i veri artefici dello sfascio e dei debiti del calcio italiano. Oggi stiamo cambiando». E  applaude il Presidente del Catania Pulvirenti: «Ha dato la sua disponibilità. Il modello di gestione del Catania è un esempio, hanno costruito anche un centro sportivo che è diventato un fiore all’occhiello. Non capisco dove sia il problema. Il progetto è stato firmato e condiviso da 14 società, è basato sulla condivisione e sul consenso. Ci tengo a chiarire un altro aspetto. Non è vero che il Pescara era contrario, anche Sebastiani ha sposato la nostra proposta». Ecco le riforme: «Il Consiglio s’è già insediato e ha stabilito che si riunirà i primi due lunedì e il terzo venerdì del mese. Tre riunioni mensili. E’ un onere lavorare in Lega, non un onore. Siamo per la politica del fare.  Bisogna riscrivere lo Statuto della Lega, andare avanti con la riforma della giustizia sportiva e del criterio della responsabilità oggettiva. E poi il calcio italiano dovrà rapportarsi meglio con le istituzioni. Parlo di Governo e Parlamento. Abbiamo necessità di una nuova legge per la costruzione di nuovi stadi e di una revisione della legge ‘91». E chiusura: «Il calcio italiano andrà verso il rinnovamento. Lo dicevo prima: non esisteranno più i padroni delle ferriere che comandano e i vassalli. Tutti avranno pari dignità. Questa è la vera vittoria dell’assemblea di venerdì».

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