IL MESSAGGERO (M.Ferretti) – Era da tempo che non vedevamo Daniele De Rossi parlare davanti ad una telecamera (l’ultima il 29 settembre 2012). E’ successo nel post-gara di Firenze. Le dichiarazioni del numero 16 giallorosso non sono mai banali e non lo sono state neanche in questa occasione. Che momento è per lei dal punto di vista tecnico e anche sentimentale? «Il sentimentalismo e il professionismo nel mio caso vanno di pari passo, perché i miei sentimenti sono legati alla mia professione. Gioco da sempre con questa maglia con tutta la passione che ho nel cuore. E’ ovvio che quando non scendo in campo il dispiacere sia doppio, come è doppio il dispiacere di essere al centro di un ciclone di polemiche», il suo virgolettato. E ancora: “Nonostante la stragrande maggioranza dei tifosi nutra sempre grande stima e attaccamento nei miei confronti, un po’ mi dispiace vedere che uno spicchio di tifoseria è un po’ cattivo, ha un po’ di astio e magari è stanco di vedermi giocare dopo undici anni, magari è una cosa. Così come mi dispiace non giocare. Ma io posso continuare a fare solo quello che ho fatto finora. Quando vai in campo a volte giochi male, ma non lo fai apposta. L’importante è allenarsi bene, stare zitti, parlare poco, lasciare che parlino gli altri e fare il professionista». Poi – come sottolinea ‘Il Messaggero’ – una battuta: «Sì, adesso ci aspetta un triplo confronto con l’Inter in dieci giorni. Per la prossima partita di Coppa Italia è squalificato Pjanic, quindi penso che non giocherò…». Chiaro, netto il riferimento a quel «se non c’è Pjanic, De Rossi non può giocare» che il boemo ha teorizzato a Catania.