Matteo Melandri, il legale di Mauri, chiarisce gli ultimi sviluppi sul calcioscommesse ed esclude il patteggiamento…
CALCIOSCOMMESSE – Giornata difficile quella di ieri a causa dell’ennesima “querelle” scatenata dai giornali sul Caso Mauri e Calcioscommesse. In realtà non c sono novità ma per fare ulteriore chiarezza Radiosei ha intervistato il legale di mauri, Matteo Melandri. Queste le sue parole: «Che io sappia non ci sono novità, le leggo sui giornali, da Cremona leggevo addirittura che il Gip voleva negare una proroga di sei mesi sull’indagine. Apprendo sempre dai giornali che Gegic dice di non saper nulla, dato che viene preso come un non voler riferire le cose, nessuno crede che lui non sappia niente e per questo rimane in carcere. Fatto alquanto strano, almeno sul piano difensivo, perché tutto quello detto da Gervasoni è stato ampiamente smentito da tutti i soggetti indagati, ma evidentemente a Cremona si continua a cercare la verità in altre situazioni. Noi non possiamo che rimanere in attesa, visto che fino alla pubblicazione dell’atto di conclusione delle indagini preliminari, il processo penale è coperto dal segreto d’indagine, quindi novità non ce ne possono essere. Per quanto riguarda il processo sportivo, da quello che apprendo sempre dai giornali, sembra che stiano per arrivare i deferimenti, anche se l’ultima volta che siamo stati interrogati, anche loro non avevano le idee molto chiare, visto che il quadro accusatorio era abbastanza debole. Noi abbiamo fatto capire alla Procura che abbiamo dei documenti importati per quanto riguarda la tesi difensiva, e riteniamo di avere tutti gli elementi per dimostrare la totale l’estraneità di Mauri nelle due partite che gli vengono imputate. Poi chiaramente la Procura fa le sue valutazioni, vediamo se decide di fare dei deferimenti e che strada prendere, se illecito o omessa denuncia o l’archiviazione. Siamo in attesa, nulla di nuovo. Ma sono stupito di questo allarmismo di oggi, che si legge dai giornali». Si passa ai soliti estremi: da potenziali nuovi deferimenti, alla chiusura del caso da parte dell Procura di Cremona. «La mia opinione è che la Procura è da questa estate che ha chiuso le indagini, ma ha aspettato che rientrassero i due latitanti. Gegic è rientrato e non ha aggiunto nulla. Ora credo che il Pubblico Ministero non voglia perdere la possibilità di sentire Illiesky, ma se le indagini non vengono prorogate, tutti gli atti che non rientrano nella proroga non possono essere presi in considerazione. Ciò vuol dire che se Salvini non concede la proroga e poi torna Illiesky, le sue dichiarazioni sarebbero fuori dall’indagine. Per questo De Martino sta cercando una proroga, che comunque non può superare fino a giugno-luglio, perché queste indagini non possono superare i due anni e quindi in quel periodo devono finire. Ma sempre dai giornali si apprendeva che il Gip voglia chiudere il procedimento. Tutto questo non so come venga visto dalla Procura Federale. A mio avviso credo sia importante aspettare la fini delle indagini: se poi il quadro indiziario di Mauri non fosse così valido, la Procura di Cremona potrebbe anche chiedere l’archiviazione, perchè l’accusa potrebbe non essere sostenuta in giudizio. Quindi si potrebbe arrivare al paradosso con la Procura Federale che apre un processo sportivo contro Mauri, accusandolo di illecito sportivo, mentre la procura di Cremona archivia il caso”. Le accuse dei tifosi della Lazio che parlano di articoli scritti solo per rompere il buon momento della Lazio, Melandri non preferisce non esprime la propria opinione ma chiarisce: «Il gioco della stampa ormai l’ho capito, ma non mi lascio influenzare, non mi esalto quando parlano di una archiviazione del caso, e non mi deprimo quando si parla di illecito e di squalifiche. Anche Stefano ha compreso questo gioco, dopo un anno ci si è abituato». Ma non riesce a spiegarsi il perché di questi eventuali scenari futuri che sono, per l’appunto, “eventuali”: «Non so come si possa anticipare la decisione e i fatti che potrebbe contestare la procura. Anche perché un omessa denuncia su quali basi potrebbe essergli contestata? Qui non è stato trovato neanche che Mauri fosse a conoscenza di un eventuale accordo in quelle due partite. Quindi non si capisce come si possa contestare anche l’omessa denuncia, perché il discorso ‘ti contesto l’omessa denuncia, perché non riesco a dimostrare l’illecito sportivo’ è paradossale. Poi è chiaro che la Procura Federale può contestare quello che vuole…”. Una sicurezza: Niente patteggiamento per Mauri: «No, non ci è stato proposto il patteggiamento, anche perché eventualmente ci verrà chiesto dopo le contestazioni, semmai dopo il deferimento ne parleremo, anche se noi ancora siamo convinti di una possibile archiviazione». Infine rilascia un’ultima dichiarazione sulla mancata sentenza del tribunale del Riesame, che poteva essere un arma in più nelle mani della difesa: «La cosa è questa Stefano è stato arrestato e si è fatto alcuni giorni di carcere, poi, dopo l’interrogatorio di garanzia, il Gip gli ha concesso i domiciliari. A quel punto noi, sulla prima ordinanza, abbiamo presentato ricorso al Tribunale del Riesame, che ci ha fissato l’udienza. Prima della discussione, però, il Gip lo ha liberato senza aspettare l’istanza di scarcerazione, fatto del tutto singolare, che determinato l’inammissibilità del nostro ricorso. Abbiamo provato anche ad andare in Cassazione, perché credevamo che Stefano aveva il diritto di ottenere una pronuncia, ma la Cassazione ha mantenuto la giurisprudenza precedente. Però noi abbiamo sempre detto che il Riesame ha negato a noi un giudizio, ma per altre posizioni – come Bertani e Turani, che avevano addirittura confessato alcuni addebiti – ha detto che l’associazione per delinquere non c’era stata e il quadro probatori era abbastanza scarno. Quindi il reato associativo, per il quale si poteva richiedere la custodia cautelare e le intercettazioni e per il quale è sono ancora in corso le indagini, è stato censurato dal Riesame. Quindi questa ordinanza non è vero che non ha subito freni anzi, è stato totalmente screditato il reato centrale, quello associativo. Anche le dichiarazioni di Gervasoni sono state screditate da tutti gli indagati e dal Riesame».