IL CORRIERE DELLA SERA – Non solo Klose e Cavani, ma anche idee e concretezza…
RASSEGNA STAMPA – (A. Pasini) – Stanno aggiornando i libri della propria storia. Hanno un grande leader solista ma sono anche signore orchestre. Attaccano e difendono, sono implacabili in casa, hanno idee chiare, esperienza e due allenatori bravi e ancorati al suolo. E poi non vogliono farsi chiamare anti-Juve. Perché è limitativo e forse porta pure sfortuna: “Noi non siamo anti nessuno — ha detto Mazzarri domenica allineandosi al suo collega Petkovic — noi giochiamo solo pro Napoli e pro Lazio“. Esistono dei punti forti che accomunano le due più accreditate inseguitrici della Juventus. Intanto, viaggiano a ritmi inauditi. La Lazio ha lo stesso passo della squadra di Eriksson nel 2000 e quasi lo stesso di quella mitica di Maestrelli edizione 1974. Guarda caso, entrambe scudettate. Il Napoli ha 13 punti più dell’anno scorso e, senza i 2 punti di penalizzazione che chissà se giovedì gli verranno restituiti dalla Corte di giustizia federale, sarebbe a pari della Lazio. Insieme hanno dimostrato anche l’altro ieri che riescono a non dipendere sempre dai loro fari riconosciuti, Klose e Cavani. Né Petkovic né Mazzarri amano sentirsi schiavi di un giocatore. Per loro ci sono il gruppo, l’organizzazione, la prestazione, eccetera. Parole ma anche fatti. Così, intorno ai 16 gol di Cavani (il 40 per cento del totale) e i 10 di Klose (30 per cento), hanno creato un blocco omogeneo che funziona anche le poche volte in cui i bomber mancano o giocano male. L’approccio è simile: razionalità di gioco, modulo da cui si deroga poco, possesso palla sostanzialmente identico. Gli esiti però variano: nella Lazio la forza sono gli inserimenti di un centrocampo che forse è il più completo e meglio assemblato d’Italia (16 gol su 30 vengono da lì); nel Napoli, che ama di più la ripartenza e la verticalizzazione (e comunque ottiene dal centrocampo 17 gol), il reparto d’attacco ha segnato 22 reti contro le sole 11 di quello laziale. Oltre a difese ben strutturate (Napoli seconda e Lazio terza della Serie A dietro la Juve), una notevole ferocia casalinga (soprattutto la Lazio, con 28 punti su 33 in casa, media 2,55 a partita) e una certa timidezza in trasferta, le due inseguitrici hanno in comune anche una fiera predisposizione per il calciatore stagionato. Sono le squadre con le rose più anziane della Serie A. I due allenatori hanno organizzato le cose al meglio. Entrambi preparatissimi tatticamente. Origini diverse per arrivare a uno stesso approdo: il sogno, o la chance, di non lottare più solo per il secondo posto.