LA GAZZETTA DELLO SPORT – Juve, 1 punto in 2 partite. La squadra di Conte paga le assenze e il mal d’attacco. Il bel Parma di Donadoni riprende il vantaggio di Pirlo…
RASSEGNA STAMPA – (L. Garlando) – Questa non è la Juve di Conte. La vera Juve non si fa strappare dai denti una vittoria a un quarto d’ora dal termine, sapendo che Lazio e Napoli stanno vincendo. Il vantaggio di Pirlo, in uno stadio inviolato, contro un Parma in salute, tra tante difficoltà e tante assenze, profumava quasi di gol-scudetto, avrebbe demoralizzato la concorrenza al galoppo. La vera Juve non si fa rimontare 5 punti in due partite. Questa Juve, per la prima volta, non ha reagito con una vittoria a una sconfitta. Questa Juve paga le assenze. Non è un caso che il Parma, come la Samp, abbia costruito il gol sulla fascia dove la Juve soffre la nostalgia di Chiellini, ma anche di Marchisio e Asamoah. Anche ieri Giovinco e Quagliarella, non pervenuti. Vucinic, costretto al part-time dai suoi acciacchi, solitamente provvidenziale, stavolta ha favorito il gol altrui. E ora onore ai ragazzi dell’ottimo Donadoni, che si è meritato il punto con una prova di qualità tecnica, coraggio tattico e personalità. Con il pareggio acciuffato dal giovane Sansone, al quarto gol decisivo, il Parma ha mantenuto inviolato il suo fortino e ha avvicinato la Roma di Zeman. Primo tempo equilibrato che il Parma ha condotto a lungo. Chi si stupisce davanti alla sofferenza della capolista, rilegga la formazione di Donadoni: due punte, più Biabiany in fascia, il play Valdes tra due interni di costruzione come Marchionni e Parolo. Tanta qualità. Che, condita all’ottima organizzazione e a una buona condizione atletica, consente al Parma di pressare e stuzzicare la Signora, appoggiandosi a Belfodil, 21enne interessante. Il ragazzo spaventa un paio di volte Buffon e sta per farlo secco al 34′: Lichtsteiner salva. Il pericolo risveglia la Juve che chiude con un buon quarto d’ora. L’occasione più ghiotta capita a Quagliarella (36′). Mirante spegne anche Pirlo e Padoin. Pirlo illumina a basso voltaggio. Non sgomma Vidal e, senza Marchisio, mancano così incursori che aggrediscano la profondità. Il meglio è Pogba. All’ora del tè la sensazione juventina è questa: o Vucinic o un calcio da fermo. La seconda. Al 6′ Pirlo manda in rete la quinta punizione del suo campionato, con la deviazione determinate di Biabiany. Botta tremenda per il Parma, che ha speso tantissimo. La partita sembra segnata, anche perché la Juve è cresciuta, soprattutto in Vidal. E siccome Pogba e Pirlo mantengono il loro buon livello, la capolista ha in mano il centrocampo e quindi il destino del match. Quando Conte immette Vucinic al posto dello spettrale Quagliarella, sembra tutto pronto per il match-point bianconero. E’ proprio Vucinic, con un velo sconsiderato a favorire l’anticipo di Paletta e la cavalcata di Sansone che frutta l’1-1. Il Parma si è strameritato il suo punto, per il coraggio e la qualità con cui ha giocato nel primo tempo e per l’orgoglio con cui ha creduto di poter raddrizzare una partita compromessa. Sabato la Juve ripartirà dall’Udinese di Di Natale che ha appena schienato Inter e Fiorentina. Il campionato, non è mai stato così aperto.