LA GAZZETTA DELLO SPORT – Juve, tiranno gentile. All’Inter manca poesia. Roma senza difesa. Statistiche inedite per raccontare vizi e virtù del campionato…
RASSEGNA STAMPA – (L. Garlando, L. Bianchin) – Chi fa più punti, chi fa più gol? Il campionato ci aggiorna puntualmente, ma tiene per sè i numeri e le verità più significative. Ne siamo entrati in possesso, alla fine del girone d’andata. I codici segreti del campionato ci aiutano a capire meglio perché la Juve domina, perché l’Inter soffre tanto e perché la Roma ha due facce. Marchetti ha parato meglio di Buffon, Pizarro ha recuperato più palloni di tutti, Pirlo ha toccato 261 palloni più del secondo. I numeri descrivono la Juve come una secchiona da primo banco. E’ la squadra che tiene più palla (59,2%), che fa più passaggi positivi (506,3 a partita), più tiri (15,7) ed è quella che, come posizionamento medio in campo (baricentro) si accampa più vicino alla porta avversaria (57,1 m). Sono i numeri di una squadra dalla mentalità tirannica: possedere, dominare, attaccare. Se il campionato è ancora vivo è perché il tiranno in attacco non ha carnefici. Infatti, nonostante tanta produzione, non ha cannonieri al vertice della classifica dei bomber e non è la squadra che ha segnato di più. La secchiona è infatti soltanto 12ª nel rapporto tiri-gol. La Juve ha bisogno di 7,46 tiri per fare un gol, la Roma 6,05, il Napoli 6,11, il Milan 6,65. Lazio equilibrata. Non ha picchi vistosi, ma è ben posizionata in tutte le graduatorie di merito. Ha il miglior portiere per media parate (Marchetti), ha i gol pesanti di Klose e nel mezzo la qualità del centrocampo, che è la sua forza, in entrambe le fasi. Non le manca nulla. Questo equilibrio, capolavoro tattico di Petkovic, ha fatto della Lazio l’anti-Juve a metà campionato. Napoli fisarmonica. Il bravo Mazzarri ha dovuto modificare la sua creatura alla luce di partenze e arrivi. Non c’è più Lavezzi con i suoi strappi a tutto campo. Lo si deduce dal corposo possesso palla (52,5%, il quinto del torneo): l’azione è più manovrata, la squadra l’accompagna di più. Lo dimostra la compattezza del Napoli, terza squadra più corta del campionato: 35,8 m. E’ trascinata in avanti dal bomber che più ha cercato il gol: Cavani, 59 tiri. Il Napoli è il risultato dialettico di una forza che la tira indietro e di una che la spinge avanti. La compattezza gli ha permesso di avere la seconda miglior difesa, ma ha subito un sacco di gol di testa, specie da fermo. La classifica dei duelli aerei vinti lo certifica: il Napoli è 15° su 20 squadre. Vola basso. Inter all’arma bianca. La squadra di Moratti è sparita dai radar delle graduatorie virtuose. L’Inter è oltre il 6° posto nelle classifiche di tiri, passaggi positivi, possesso, verticalizzazioni. Può una squadra da scudetto avere il primo giocatore nei tiri in porta solo al 21° posto? La carenza di qualità è stata plateale anche a colpo d’occhio. Così come le lacune strutturali. Dilatata da attaccanti che tornano poco e da vecchi mediani che non ce la fanno più a salire, l’Inter è apparsa spesso lunga e spaccata in due. L’Inter aspetta l’avversario e poi, con il coltello tra i denti, cerca di fermarlo. E almeno qui ci sa fare: prima nella graduatoria dei contrasti vinti. Urge mercato. Fiorentina di classe. Alla Fiorentina i poeti non mancano. Le classifiche lo confermano. La Viola è sul podio per possesso palla (56,2%, 3ª), tiri (12,8 a partita, 3ª), verticalizzazioni (3ª, 135,7) e ai piedi del podio per numero di passaggi positivi (473,7, 4ª). Pizarro domina la classifica delle palle recuperate (179), dove figura bene anche Borja Valero (116). Sapete qual è il viola che ha vinto più contrasti? Il leggero Cuadrado, 48 duelli a favore, come il tignoso Nainggolan. A intercettare un pallone l’intelligenza aiuta più del fisico. Il podio dei migliori recuperatori? Pizarro (179), Pirlo (159), Lodi (154). Roma indifesa. Organizzazione ed equilibri che la Roma non conosce ancora. Tre graduatorie la bocciano senza riserve. Contrasti aerei vinti: ultima. Altri contrasti vinti: penultima. Lunghezza squadra: 39,9 m. Solo il Torino è stato più lungo di un pelo (40). Una squadra che non riesce a compattarsi e lascia spazi enormi in mezzo, è chiaro che rischia di essere attraversata al galoppo come hanno fatto Juve e Napoli a suon di gol (4). Una squadra che non ha un’organizzazione di recupero riconoscibile e perde contrasti sia in terra che in cielo è condannata ad avere la terza difesa più battuta del torneo. Lacune tremende che vanificano i numeri virtuosi della fase offensiva. Rapporto tiri-gol: Roma 1ª e micidiale (un gol ogni 6,05 tiri). Verticalizzazioni: Roma 1ª (147). Numero tiri: Roma 2ª (13,7). Passaggi positivi: Roma 3ª (474,6). Statistiche sontuose, come quelle personali di Totti. Tutto inutile finché Zeman non farà della Roma una squadra sola, organizzata ed equilibrata. Per ora c’è una Roma che attacca in discesa e si difende in salita. Milan sangue blu. Nobile decaduto che mantiene il vezzo di pranzare con le posate d’argento. Non è più una grande squadra, ma conserva abitudini virtuose. Staccato di 14 punti dalla vetta, il Milan è comunque presente ai vertici degli indicatori di qualità: possesso palla (2°, 58,1%), passaggi positivi (2°, 478,9), tiri (4°, 12,6). Ad affossare tanti nobili intenti sono stati i limiti tecnici dei singoli, non paragonabili ai campioni partiti. Lo spartito è rimasto di valore, i musicisti no. E poi ha pesato la difficile quadratura tattica inseguita da Allegri per una squadra rivoluzionata. Mistero Toro. A proposito di cross, il Torino che ha Bianchi al centro e vive di fasce, educato da Ventura, dovrebbe farne tanti. E invece è terzultimo. Curioso anche il Cagliari: è la squadra che recupera palla più lontana dalla propria area. Istinto da grande, lodevole. Ma avendo la difesa più battuta, viene il sospetto che abbia osato troppo. Il Palermo ha numero dignitosi, sa giocare, ma che fatica fare gol… Per segnarne uno gli servono 12,71 tiri, il doppio della Roma: 6,05. Buon ritorno, a tutte e venti.