LA GAZZETTA DELLO SPORT – Lo spagnolo campione d’Europa ha superato Mourinho e il catalano che prepara il rientro. “Ma non so ancora dove”. E gli italiani? Di Matteo quarto, Prandelli settimo, Mancini ottavo…
RASSEGNA STAMPA – (F. Licari) – Hai in squadra Casillas, Ramos, Puyol, Pique, Xavi, Iniesta, Xabi Alonso, Villa, Cesc, Torres, Pedro e un’insalata mista di fenomeni: quasi più difficile fallire che vincere. Eppure il calcio non è matematica. E ripetersi ancor più complicato. Se la Spagna, conquistato l’Euro 2008, ha infilato in successione anche Mondiale 2010 ed Euro 2012, è soprattutto merito di Vicente Del Bosque, il c.t. gentiluomo. Liquidato dal Real Madrid nel 2003, dopo aver vinto la Liga, perché non ‘mediatico’, il c.t. con i baffi ha gestito il post-Aragones come nessuno avrebbe potuto, ricomponendo la profonda ferita Madrid-Barça per il bene della Nazionale. Dovesse conquistare il Mondiale anche in Brasile – difficilissimo, visti i padroni di casa – diventerebbe il più vincente della storia. Da ieri è, logicamente, il c.t. Pallone d’oro. Del Bosque vince con il 34,51% dei voti, davanti a Mourinho (20,49%) e Guardiola (12,91%). Roberto Di Matteo, campione d’Europa con il Chelsea, poi esonerato, è 4° (e primo degli italiani) con 12,02%: precede Ferguson (United), Klopp (Borussia Do.), Cesare Prandelli (7° con 3,10%) e Roberto Mancini (8° con 1,15%). Di poche e sfuggenti parole, Del Bosque nasconde l’emozione. “Sono orgoglioso del premio: il mio Paese è al vertice in questo sport. I miei sono ragazzi eccezionali anche nel comportamento. Ci stiamo già preparando per il futuro: perché il calcio è una sfida permanente. Tutti noi che vogliamo bene al nostro sport dobbiamo mettere in campo l’etica e la miglior condotta personale”. Il c.t. spagnolo ha votato Casillas, Xavi e Iniesta “come riconoscimento generale per quel che ha fatto il calcio spagnolo. Ma non possiamo evitare di lottare con due fenomeni quali Messi e Ronaldo“. Parlando di sfide permanenti: chissà dove sarà nel 2014, al tempo del Mondiale, Pep Guardiola. Il ‘sabbatico’ sta per finire, la voglia di campo si fa più forte. “Sono stato bene fuori dal calcio, ho visto le partite in tv, mi sono goduto giocatori e squadre come un tifoso, ma è tempo di tornare perché sono giovane, ho 41 anni. Non ho però ancora deciso dove: non ho una squadra, per ora”. Ufficialmente sul mercato, Guardiola deve soltanto scegliere: s’era parlato di un innamoramento del Bayern e addirittura del Brasile. Probabile, invece, che presto Guardiola appartenga alla Premier League.