Questa settimana ho intervistato una veterana del calcio femminile, Roberta Antignozzi.
Roberta romana doc, centrocampista milita in A2 nell’Inter. In passato ha indossato la maglia della Lazio conquistando uno scudetto e giocando con Panico, Zorri e altri miti di questo movimento. Per Roberta parlare della Nazionale è come ricordare un periodo brutto delal sua vita. Antignozzi non è solo una giocatrice, ma allena anche le giovanissime dell 1999 della formazione nerazzurra.
Roberta raccontaci brevemente come ti sei avvicinati al calcio e la tua carriera calcistica..
“Nonostante i miei non fossero due sportivi io credo di essere nata per giocare a calcio. Mio cugino Gianni,che non c’è più,ed un’altra cugina mi facevano giocare a calcio sotto casa. Appena vedevo qualcosa di tondo lo prendevo a calcio. Mi piaceva cosi tanto che a sei anni dissi a mia mamma che non volevo ballare,ma solo giocare a calcio. Cosi iniziai a giocare con la squadra maschile del mio paese,insieme a tutti i miei amici. Giocai 4 anni con i ragazzi,vincendo anche un campionato esordienti con un record,tutte vittorie ed io sempre in campo. Poi a 10 anni dovetti lasciare a causa del regolamento e feci un provino con la Lazio femminile. Rimasi li per 10 anni molto intensi. Con la Lazio ho conquistato due scudetti,ho giocato con le giocatrici più forti di sempre ed avuto grandi allenatori,da Da Roit a Guenza,dalla Panico al duo Serafini-Nosdeo.
Poi in concomitanza con i problemi societari della Lazio smisi per due anni. Ma senza calcio stavo male. Cosi,quando nel 2004 il Mr. Serafini mi chiamo per andare a giocare nella Gs Roma io accettai e passai due anni belli. Poi per amore mi sono trasferita a Milano e li ho giocato nell’Inter,nel Milan,poi Alessandria. Poi un anno e mezzo nella Res Roma,viaggiando da Milano e conquistando una promozione in A2. Poi la scorsa stagione ho finito il campionato nell’Alessandria,società e gruppo che stimo molto e a cui sono legatissima. Ed oggi sono tornata all’Inter. Diciamo che ho girato un pochino”.
In estate, dopo una breve parentesi all’Alessandria, sei approdata all’Inter. Come è nata la trattativa e cosa ti ha spinta a tornare a Milano?
“A fine stagione ho parlato molto con il Mr dell’Alessandria Fossati e con la società,che aveva qualche problema economico. Non potendomi assicurare nulla sono stati molto carini dicendomi che se avessi ricevuto delle offerte avrei dovuto valutarle. Avevo già avuto diverse proposte. Poi è arrivata anche la proposta dell’Inter, tramite la Presidente Elena Tagliabue, con cui da qualche anno ho un bel rapporto di amicizia. Una donna che stimo e a cui sono molto legata. Mi faceva piacere giocare per lei in una società rifondata e in una squadra giovane ma ambiziosa. Poi la proposta ricevuta era doppia: giocare ed allenare. Ed io amo allenare, perciò ho accettato. Felicemente. Ci tengo però a ringraziare l’Alessandria per quello che mi ha dato, Evaldo Montecucco e mister Fossati. Quest’ultimo è un allenatore molto bravo e soprattutto una grande persona. Mi ricorda molto il mio mr. Di Canio (fratello di Paolo) per la sua grande umanità, rispetto e lealtà. Ha un rapporto con le giocatrici che ho visto poche volte. Sarà una società senza grandi risorse economiche ma dal grande valore umano”.
Nella tua carriera ha indossato maglie importanti, Lazio dove hai vinto uno scudetto, Roma, Inter, Res Roma e Alessandria. In tutti questi anni hai imparato tanto. Cosa ti senti di consigliare alle ragazzine che intraprendono questo percorso?
“Si, ho indossato molte maglie. Quella della Lazio resta nel cuore per i successi e la formazione. Quella giallorossa della Roma perchè da romanista è stato un onore e piacere indossarla. Poi devo dire che ho lottato allo stesso modo per tutte le maglie. Non conta il cognome che hai sulle spalle ma il nome del team scritto avanti! Io ho dato tutto per ogni maglia e continuo a farlo oggi. Quindi mi sento di dire che la cosa più importante nello sport, come nella vita, è l’atteggiamento. La passione e la voglia con cui porti avanti un impegno. Esseri vincenti non vuol dire vincere tutte le partite, ma affrontare ogni gara come fosse l’ultima, dando il massimo, lottando su ogni palla per il bene della squadra. Quando si da tutto si esce dal campo a testa alta e si è vincenti. Questo dico, siate vincenti e divertitevi. Col giusto atteggiamento poi anche le vittorie arrivano. Ma serve impegno, allenamento, tanto, tanto sudore!!!”
Capitolo nazionale. Hai esordito in nazionale nel 2001 con la Nazionale Under 19.. che ricordi di quel giorno?
“Capitolo Nazionale. Io sono andata una sola volta. E’ un capitolo brutto della mia carriera per la sfortuna avuta. Ricordo di essere stata “selezionata” dalla Morace che mi vide in un’amichevole contro una squadra maschile. Mister Serafini mi chiamò felice per comunicarmi la convocazione. Era il 22 ottobre 2001..e chi lo dimentica!!! Ero in una forma fisica importante ed anche mentalmente carichissima perchè mi allenavo con dei fenomeni! Ma 10 giorni prima del ritiro mi ammalai. Andai in ritiro molto indebolita. La Morace ci fece fare dei test atletici dove naturalmente i miei risultati furono abbastanza scadenti. Cosi io, ed anche altre che non andarono bene nei test, non misi piede in campo neanche un minuto. Tornai a casa avvilita e, nonostante la voglia di reagire non riuscivo a giocare. Un paio di mesi dove non mi riusciva più niente. Soffrii molto per questo e non lo accettavo perchè non mi sembrava neanche giusto non avere avuto l’opportunità di far vedere il mio valore solo per dei test. Comunque poi mi ripresi anche grazie all’aiuto di qualche compagna di squadra più grande. Ma la Nazionale diciamo che resta un capitolo non brillante. Però certo posso dire che fu comunque un’esperienza bella per le compagne che conobbi. E perchè vidi allenare Betty Bavagnoli, molto brava ma una persona molto disponibile ed umanamente splendida!”
Hai visto progressi da quando te hai iniziato ad oggi??
“Mah guarda alcune cose sono migliorate. Più società hanno il settore giovanile però devo essere onesta, tante cose sono sempre uguali. Società che nascono alcune, diventano grandi, magari vincono o hanno buoni risultati e poi spariscono per sempre. Società truffaldine, ambienti assurdi dove ognuno fa quel che vuole, dove non si sa cosa voglia dire essere atleti, sportivi. Da questo punto di vista non si migliora di molto. Si pensa ancora che poiché non siamo professioniste e non siamo pagate, allora noi giocatrici non dobbiamo nulla. Invece secondo me noi giocatrici, come società e staff, dobbiamo ragionare e comportarci da professionisti anche se non lo siamo. Solo cosi si può crescere e possiamo “far colpo”. Perchè ragionando da professionisti si migliora sotto tutti i punti di vista!!!!”
L’Inter quest’anno è partita alla grande occupando la prima posizione in concomitanza con la neo promossa Jesina. Dove vuole arrivare l’Inter? E Roberta?
“Si siamo partite bene anche se abbiamo perso punti importanti per strada. L’obiettivo dichiarato è quello di vincere il campionato. Siamo una buona squadra, giovane (a parte me) e con qualche giocatrice sopra la media. Galli ha solo 16 anni ma se continua così sentirete molto parlare di lei! Talento, cuore e testa, è uno spettacolo vederla crescere di volta in volta. Visto anche l’esempio che ha in Nazionale (Rita Guarino) sono certa che diventerà una delle più forti, basta restare con i piedi per terra. Il mio obiettivo? Mah io ormai sono vecchietta. Il mio obiettivo diciamo che è rimasto quello di 23 anni fa..di quando ho iniziato. Vincere ma soprattutto migliorarmi. Non c’è limite di età per imparare!”
Roberta, oltre a giocare alleni anche le giovanissime 99’ dell’Inter.. Raccontaci un po’ di loro..
“Si quest’anno alleno le Giovanissime del 99. Un gruppo di 21 ragazze molto vivaci che hanno tanto margine di miglioramento. E tanti miglioramenti sono già evidenti, sotto il profilo calcistico e soprattutto comportamentale. E’ bello vederle tutte ordinate in campo, rispettose e con una voglia grande di imparare e fare bene. Siamo fuori classifica perchè nel nostro campionato c’è l’Inter 98 in classifica (squadra molto forte allenata da un mister molto bravo, Antonio Brustia). Giochiamo contro squadre miste le cui ragazze hanno 14 anni e alcune 13. Le mie ragazze sono tutte 99 ed ho 4 ragazze del 2000. Nonostante ciò se fossimo in classifica saremmo seconde. Ma non mi importa molto. Mi piace vederle crescere e la sola cosa che chiedo loro è remare tutte nella stessa direzione, giocare per e con la squadra ed avere un atteggiamento mentale giusto. Lottare e tentare la giocate, avere coraggio, usare la testa ed anche il cuore. Non mi piace chi si arrende e devo dire che le mie ragazze sono delle guerriere. Sono contenta anche se c’è ancora moltissimo da migliorare, sotto tutti i punti di vista”.
Che consigli ti chiedono le “piccole” che alleni?
“Cosa mi chiedono? Mah ad essere sincera oggi le ragazze non chiedono molto. Spesso devo capire se hanno qualche difficoltà e prenderle in disparte. Dal punto di vista del gioco le domande più frequenti sono sulle posizioni. Lo scorso anno giocavano a 9 e non è facile passare al campo grande. Occupare bene il campo è difficile.”
Anche le tue calciatrici stanno andando bene nel loro campionato. Tendono di seguire le orme della prima squadra?
“Mah io, lo ammetto, sono molto severa con le mie ragazze. Voglio che si abituino alle regole, che imparino che ogni cosa va conquistata perchè nessuno ti regala nulla. In prima squadra ci sono regole da seguire e se si vuole giocare ci si deve sacrificare, senza mai tralasciare il divertimento. Io vorrei che le ragazze che arriveranno in prima squadra, avessero già una mentalità giusta. Cosi cerco di indirizzarle in questa direzione. Per il campionato, come detto prima, stiamo andando bene ma i risultati non mi interessano ora. Voglio che giochino al calcio, che vincano le paure, che diventino vincenti senza mai dimenticare che il calcio è un gioco, e come tale ci si deve divertire. La cosa buffa è che non hanno esempi da seguire, cioè si interessano poco al calcio femminile.. Io spesso le taggo nei video di alcune giocatrici, Guarino, Panico o Tesse (ho fatto leggere loro l’ultima intervista di Manu) per far veder loro giocatrici fortissime. Qualcuna mi chiede di loro..cosi mi è capitato di raccontare i loro allenamenti e sacrifici, ma anche le loro vittorie, le esperienze negli Stati Uniti..
Se devo suggerire loro un esempio da seguire in casa non ho dubbi, dico Aurora Galli. Ha compiuto da poco 16 anni ma è un vero talento. E,cosa più importante, ha testa e cuore. A 16 anni non è da tutti giocare titolare in A2, capitano della Nazionale under 17. Mai una parola fuori posto, un atteggiamento sbagliato. E’ una piccola ma già grande professionista. Se qualcuna di loro seguisse le sue orme sarebbe già tanto.”
Chi delle tue giocatrici consiglieresti al mister della primavera?
“Non faccio nomi perchè per me sono tutte importantissime, dalla prima all’ultima, dalla più piccola alla più grande, dalla più dotata a chi è ancora un pò indietro. Per la Primavera c’è tempo!! Detto questo ci sono ragazze che hanno davvero grandi doti e la possibilità di diventare forti. Ma c’è ancora tempo.”
Roberta un buon proposito per il 2013?
“Il 2013..mah ti dirò che alla fine la cosa davvero fondamentale è la salute. Per il resto ho un compagno (quasi marito) fantastico, una famiglia bellissima con 2 nipoti fantastici; gioco ancora a calcio ed alleno delle ragazze splendide. Cosa posso chiedere? Spero solo di poter lasciare qualcosa di importante dal punto di vista umano a chi mi sta vicino, alle mie ragazze in primis. Nel 2013 continuerò a mettercela tutta, in tutto ciò che faccio!!!!! Diciamo che a parte la salute per il resto molto dipenderà da me, come sempre.. Colgo l’occasione per augurare a tutti un Buon Anno.”