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SERIE A. NAPOLI-ROMA. CAVANISSIMO micidiale

LA GAZZETTA DELLO SPORT – L’uruguaiano travolge la Roma e spinge gli azzurri a 7 punti dalla Juve. A segno anche Maggio…

RASSEGNA STAMPA – (L. Garlando) – Brillano tre gol di un infinito Cavani nel gioioso 4-1 alla Roma che ha trascinato la banda Mazzarri al terzo posto, complice la generosa concorrenza. Se la Roma mette tre volte Destro davanti al portiere e non ne ricava nulla, mentre il Napoli ci mette tre volte Cavani e fa tre gol, la cosa incide. Il Napoli è molto più di Cavani: è il terzo attacco e la seconda difesa del torneo; è una squadra cresciuta in esperienza e sapienza tattica. Mazzarri ha ritrovato poi in Pandev un protagonista di grande qualità; altri, come Maggio, autore del quarto gol, sembrano in ripresa. Il mercato potrebbe aggiungere forze nuove. La Roma esce meno ridimensionata di quanto dica il severo 4-1, gonfiato dall’espulsione di Pjanic nel finale. Sorpresa in avvio, la Roma ha giocato un buon primo tempo, illuminata da un ottimo Totti, calato nella ripresa. È mancato il risolutore: Osvaldo che, a giudicare dallo spezzone giocato (gol), Zeman avrebbe potuto osare. Così come prima avrebbe dovuto immettere Florenzi per sorreggere una mediana frenata da un De Rossi irriconoscibile. Ma nel complesso la Roma ha costruito tanto. Il progetto di Zeman è appena nato, a differenza di quello di Mazzarri. Per arrivare agli equilibri di questo Napoli serve pazienza. Il copione di Mazzarri è limpido: 4-4-2 in fase di copertura. Zuniga si allinea ai tre difensori, Maggio e Hamsik si allargano a centrocampo. Protette così le fasce che Zeman ama battere in corsa. Il Napoli riprende la sua forma (3-4-1-2) quando attacca con un’idea dominante: attaccare gli spazi che si aprono tra i tre mediani di Zeman e la terra di nessuno alle loro spalle. Sta qui la pelle scoperta della Roma, è qui che affonda la prima freccia. Inler innesca Pandev, Pandev con un’idea raffinata fa correre Cavani che brucia Goicoechea (4′). Tutto in verticale, con Bradley e Castan sorpresi nell’imbarazzo della scelta: chiudo? Stringo? Entro? In realtà il Napoli per tutto il tempo, pur lasciando intuire un Pandev ispirato, e il solito volonteroso Cavani, che va a cercare Piris a sinistra giudicandolo (a torto) l’anello debole, non riesce più a rendersi pericoloso. Merito anche della Roma che parte maluccio, ma non rinuncia mai a tessere, cresce e all’altezza della mezz’ora prende in mano saldamente il match, soprattutto quando Totti si accentra e defila Destro a sinistra. Il capitano, apre due volte la porta allo stesso Destro che pecca di tenerezza. A Zeman manca maledettamente la ruvida risolutezza di Osvaldo, ma anche Lamela, latitante di fascia, avaro dei tagli che pretende il Boemo, prigioniero del bravo Zuniga. Così la Roma spinge, ma il Napoli va a bersi il tè in vantaggio. Minuto 3 della ripresa: Zuniga, la sentinella di Lamela, affonda dalla parte opposta, il solito mostruoso Cavani, raccoglie a centro area: piroetta, gol. Hamsik e il Matador volano e sprecano in campo aperto. Ma il tenero Destro si ingoia la sua terza occasione e Cavani sale in cielo per incornare la sentenza: 3-0 al 25′. Il gol del neo-entrato Osvaldo serve ad alimentare i rimpianti giallorossi. L’espulsione di Pjanic spalanca altri spazi che Maggio imbuca per il 4-1.

Redazione Sportiva