LA GAZZETTA DELLO SPORT – In una classifica ipotetica senza i primi 45 minuti, sarebbe pari alla Juve. Primo tempo lento, poi ci pensa il catalano…
RASSEGNA STAMPA – (P. Archetti) – Definire un passo avanti questo del Milan sarebbe generosità post natalizia. Mentre il Siena, ultimo in classifica, fa sembrare interminabile il recupero, si sentono delle esultanze per la seconda rete subita dalla Fiorentina. Quindi i rossoneri sono meno distanti dal terzo posto (-7 dal Napoli) e dall‘Europa rispetto a Natale. Oltre alla logica questione di punti, Allegri può iniziare l’anno senza troppe scocciature grazie alla quinta vittoria nelle ultime sei gare di campionato e alla modifica di un sistema mal funzionante per quasi un’ora. Il resto è un confronto fra economie diverse che però spesso non sembrano tali, come testimoniano i dieci punti reali di differenza. Il Siena aveva già battuto l’Inter a San Siro, in questa stagione: per quanto combina non poteva sperare tanto, però disturba il poco pubblico fino all’istante conclusivo. Anziché seguire via web le disgrazie altrui, il tifoso deve controllare l’ultima uscita di Abbiati: una spanciata liberatoria. In una ipotetica classifica dei soli secondi tempi, il Milan sarebbe primo a pari della Juventus: 41 punti. Peccato per Allegri che in quella dei primi la posizione sia da retrocessione. La metà d’avvio è una macedonia di passaggi sbagliati anche se non forzati; errori di sistemazione; assenza di velocità. Delle cinque chance al 90′ (con soli tre tiri in porta), soltanto una viene fotografata in fretta e Pegolo toglie l’urlo a El Shaarawy; le altre, compreso il rigorino del raddoppio, sono frutto della modifica tattica dell’allenatore. La pochezza di Nocerino e quella di Boateng vengono eliminate cambiando il centrocampista con Bojan e spostando il misero trequartista sul corridoio destro: da 4-3-1-2 a 4-2-3-1. Più larghi, più decisi al centro con i riverberi dello spagnolo, lui sì numero 10 con aperture (anche il lancio per il penalty di Pazzini) e inserimenti spacca difese. Quattro uomini davanti che devono portare idee e sentenze e ci riescono, lasciando Montolivo in giornata grigia a spalleggiare Ambrosini, cioè soltanto fase difensiva. Un aiuto al successo viene anche da Abbiati, al rientro: manata d’acciaio su una stecca di Rosina da pochi passi, mentre la libertà del 2-1 quando Angelo crossa e Paolucci infila precedendo De Sciglio non viene pagata ulteriormente. E’ vero che il 3-5-2 del Siena non costituisce un muro basso, davanti a Pegolo, ma si nutre di aggressioni più avanzate, con Angelo e Del Grosso che vanno a pigliare Constant e Abate sull’inizio della loro corsa, centrocampo e dintorni. E’ innegabile però che un cumulo di limiti, anche sulle fasce, faccia scaldare i fischiatori all’intervallo: se è costruito soltanto da Ambrosini e El Shaarawy, il Milan non può presentare una fase offensiva decente. Però senza Calaiò e Larrondo il Siena non riesce a inguaiare De Sciglio e Acerbi, la coppia centrale di super emergenza visto che mancano Mexes, Bonera e Zapata. I bianconeri si fermano sulla trequarti e poi cominciano la protezione. Nel passare da ospiti a condannati ci sono anche alcune lamentele: l’azione dell’1-0 è preceduta da un fallo su Bogdani, ma l’arbitro potrebbe aver dato il vantaggio (e Rosina perde palla). Il rigore è una spintarella che Pazzini va a guadagnarsi e su mille replay sono pochi quelli che mostrano il braccio colpevole di Felipe. Il Siena è alla quinta sconfitta di fila.