CITY. BALOTELLI-MANCINI, finisce in rissa. L’allenamento diventa un match. Il tecnico: “Spero nel miracolo”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Dura entrata su Sinclair: l’allenatore caccia Mario negli spogliatoi, scoppia la lite. Silenzio imbarazzato del City. Cessione in vista? Mancio non si arrende…

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RASSEGNA STAMPA – (S. Boldrini) – Mancini ha ancora un filo di speranza: “Mi auguro sempre che succeda un miracolo”. È l’epilogo di una lunga giornata segnata da un litigio furibondo, a un passo dalla rissa, che ha compiuto il giro del mondo, tra siti, facebook, twitter e televisioni: Mancini contro Balotelli, nel bel verde del centro sportivo di Carrington. Un tecnico e un giocatore che si strattonano e si spintonano è già di per sé un episodio rilevante, ma qui siamo al paradosso: Mancini è l’uomo che più di tutti ha scommesso sulle qualità e sulla maturazione di Balotelli. Mario è il bad boy, quello che Mourinho, Lippi e tanti altri non volevano vedere neppure in cartolina. L’episodio avviene alla fine del primo allenamento del 2013. Balotelli è in odore di ritorno. Per lui è pronto un posto in panchina. L’infortunio di Aguero accelera i tempi del rientro dopo l’influenza e il lento recupero. La partitella è agli sgoccioli. Mario, che era sbarcato a Carrington di buon umore, ha un raptus. Compie un’entrataccia su Sinclair. L’inglese, destinato a salutare il City a gennaio, vola a terra. Mancini, già a corto di uomini per l’infortunio di Aguero e le partenze per la Coppa d’Africa dei fratelli Touré, perde le staffe. Urla a Balotelli di rientrare negli spogliatoi. Qui avviene il patatrac perché Mario, invece di abbassare la testa e andare sotto la doccia, reagisce. Smoccola qualche parola di troppo e l’allenatore, a questo punto, afferra Mario per la casacchina arancione, strattonandolo. Intervengono in due. Gregucci prende Balotelli per un braccio e lo allontana. Kidd, l’assistente inglese di Mancio, blocca il tecnico del City. Alla fine, Balotelli rientra negli spogliatoi, fa la doccia e si allontana da Carrington. Prima di andarsene, chiede scusa a Sinclair. Mancini fischia la fine dell’allenamento. Tutti negli spogliatoi. I giocatori hanno la faccia incredula. I fotografi appollaiati sugli alberi che circondano Carrington sono al lavoro: stanno già partendo le prime foto per siti e giornali. Nel giro di un’ora, la vicenda compie il giro del mondo. Questa è la nuda cronaca. Poi c’è il resto. Il silenzio del Manchester City che, imbarazzatissimo, non vuole commentare l’accaduto. Le riunioni. I colloqui tra lo staff tecnico e i dirigenti. La notizia arriva negli Emirati Arabi anche allo sceicco Mansour, grande estimatore di Balotelli. Non è facile scegliere una strategia. Da un lato ci sono gli equilibri dello spogliatoio, l’autorità dell’allenatore e le regole basilari di una squadra di calcio. Dall’altro, c’è una situazione di mercato complessa, perché Mario, nonostante le smentite generali, è in vendita, ma una cessione già complicata per il prezzo del cartellino — 30 milioni di euro — diventa impossibile in queste condizioni. Alla fine, matura il compromesso. La storia viene rubricata come ennesima ‘balotellata’ e Mario, domani, dovrebbe accomodarsi in panchina contro il Watford.

 

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