IL MESSAGGERO (U.Trani) – Intervistato da “Il Messaggero“, Gennaro Gattuso fa il punto sulla sua esperienza in Svizzera con il Sion e parla di Francesco Totti. Ecco i passaggi salienti dell’intervista: «Mi mancano gli spot che facevo ogni mese, e per anni, con Francesco e Ilary. Lì ho scoperto che uomo è il capitano. Lo pensano viziato e, invece, è umile e generoso. Istintivo. Credo che mi somigli».
Dopo 13 anni, è il primo campionato senza Ringhio: è mancata più l’Italia a Gattuso o lei al nostro calcio?
«La serie A a me. Ma come quindici anni fa, quando lasciai Perugia per andare a Glasgow, eccomi all’estero. Perché voglio ancora giocare. La mia è passione. I soldi non c’entrano».
Come valuta l’esperienza al Sion?
«Ottima. Sono lì da sei mesi, mi sembra di essere con loro da tre anni. Ho azzerato tutto e mi sono messo a disposizione. Non conta la mia carriera. Vivo la squadra dalle otto di mattina alle otto di sera. Mia moglie dovrebbe ammazzarmi: le avevo promesso che lì mi sarei rilassato».
Tornando al nostro di torneo, che cosa sta accadendo al suo Milan?
«Prima della Roma, la squadra era in ripresa e giocava un buon calcio. La sconfitta dell’Olimpico, però, non cambia nulla. Si è rinnovato molto e ricominciare non è facile. Il problema è indicare ai tifosi l’obiettivo: bisogna essere onesti e sinceri. Ci sta un ridimensionamento dopo tanti anni vissuti ai vertici nel mondo. Anche il Real per un lungo periodo non ha vinto, ma la leggenda è rimasta. Sarà così pure per il Milan».
Del Piero dimenticato in Australia e Totti ancora top player in Italia: come giudica il momento dei suoi due amici?
«Quando la Roma ha preso Zeman ho pensato: Francesco migliorerà ancora. Noi giochiamo con due occhi, lui con sei. Due davanti, due dietro e due nei piedi. Unico. Alex, invece, è stato tradito dal suo club. Non so quali accordi c’erano, ma ha dovuto lasciare Torino. È un grandissimo, un ragazzo riflessivo. Mi dispiace: alla Juve ha dato tanto».
Parlando di Totti, ha chiamato in causa Zeman. Perché?
«Lo reputo un grande. Si può discutere tatticamente, ma è coerente nel lavoro. E non guarda in faccia nessuno».