LA GAZZETTA DELLO SPORT – Al Napoli non è riuscito il salto di qualità. Catania oltre le sue ambizioni. Atalanta e Parma, la provincia è grande. Per le genovesi è un disastro…
RASSEGNA STAMPA – (L. Garlando) – La Juve ha preso per il collo il campionato. O lo molla o la concorrenza corre solo per il secondo posto. Finora Conte è riuscito a gestire al meglio le energie e le motivazioni sui due fronti, ma a primavera la Champions potrebbe richiedere attenzioni diverse, l’asticella delle difficoltà si alzerà. La Juve ha già dimostrato che quando non corre a mille, con la concentrazione a tutta, può perdere punti. Alla concorrenza non resta che farsi trovare pronta nel caso accada. La Fiorentina di Montella è stata rifondata e ha mostrato con continuità il calcio più divertente del torneo. Sul podio anche la Lazio, che aveva già una solida base di gioco, ma l’ha raffinata e resa continua con l’ottimo Petkovic. L’Inter è andata oltre i propri limiti restando a lungo attaccata alla Juve, più del Napoli che, senza Champions, ha steccato troppi confronti diretti e fallito il salto di qualità. Il Catania ha superato col bel gioco le sue legittime ambizioni, come pure Parma e Atalanta. Rimandato il Milan che ha colpe non inferiori agli alibi e un El Shaarawy che ha mascherato imbarazzanti crepe di squadra. L’Udinese in un anno ha perso 11 punti. Il fondo classifica merita una riflessione. Senza la penalizzazione del Siena, in coda ci sarebbero Cagliari, Palermo e Genoa, società accomunate da Presidenti che interpretano il ruolo con irruenza (tutti e tre hanno cacciato l’allenatore) e invadenza; che vivono il calciomercato come il casinò e amano scommettere di persona su un talento, con via vai continuo di giocatori e l’impossibilità di covare nel tempo un credibile progetto tecnico. Al contrario, il vertice premia squadre con una forte identità di gioco (Juve, Lazio, Fiorentina, Roma…) e competenze ben distinte.