LOTITO: “La ROMA? Io ho un progetto vero”

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LOTITO A RADIO RADIO – Oggi il presidente biancoceleste Claudio Lotito ha rilasciato una lunghissima intervista a Radio Radio dove ha parlato a tutto campo del passato e del presente del club, di Petkovic, degli obiettivi stagionali, del progetto Lazio, della trattativa per Rocchi all’Inter e di molto altro ancora.

I MERITI DI LOTITO – “Dovessi ripercorrere gli otto anni della mia presidenza, posso dire che sono a buon punto. Manca la realizzazione dello stadio. Vorrei ricordare a tutti, che quando ho preso la Lazio, la situazione era insostenibile. Alcuni criteri che oggi sono stati metabolizzati, in passato erano difficili da comprendere. La Lazio aveva piu di 550 milioni di debiti. Il processo di risanamento è stato messo in atto in un ambiente in cui i parametri della normalità erano diversi. La Lazio non aveva nulla. E in un contesto di questo genere io ho dovuto fare le mie battaglie. In quel contesto le mie idee sembravano utopistiche. La Lazio paga ogni anno, oltre tutte le spese ordinarie, 6 milioni di euro e io ho pagato sempre in anticipo. Tagliare è molto semplice, che fai? Tagli tutto e poi vai in Serie B. Noi invece dovevamo conciliare i tagli con la crescita. Presi 9 giocatori in un solo giorno, un record. “Lotito ha preso gli scarti” dicevano. Beh, Klose è un parametro zero. Il mio predecessore aveva preso Mendieta a 90 milioni con provvigioni di 5. “Lotirchio caccia lì sordi”, era quello che si diceva di me, quando prendevo un giocatore in prestito. Ma non è meglio provare prima e comprare poi? Io ho combattuto contro un sistema intero, da solo contro tutti. Quante cose ci sono, quante battaglie sui risanamento e sulla trasparenza di gestione, ho fatto e conquistato con forza e determinazione? Per un profano che entra in un certo sistema, penso di aver fatto bene. Noi a Salerno, abbiamo 11 giocatori della Lazio. Salerno, potrebbe essere un sistema per valorizzare i giovani in primo luogo e in secondo luogo rilanciare piazze che altrimenti non potrebbero essere rilanciate”.

SULLO STADIO “La mia assenza totale da alcuni giornali e da alcuni microfoni è semplice. Prima dovevo dimostrare, oggi parlano i fatti, quindi non devo asseverare nulla. Il tempo è galantuomo. Io ricorderò sempre una domanda che mi venne fatta. “Lei dice che ha preso una squadra al funerale, quanto tempo impiegherà per risanarla?” 3 anni, dissi. Tagli polifunzionali e transazione col fisco. Tutto fatto. Quello che manca è solamente lo stadio. Oggi la Lazio ha un giornale, una radio e una televisione. Quando sono arrivato tutti scappavano dalla Lazio, oggi in molti vogliono venire perchè c’è una società con una filosofia diversa, che punta sul gruppo, sul rispetto dell’individuo nella sua interezza e che paga. Oggi abbiamo dei grandi campioni, nella vita prima, sul campo poi. E questo è un fatto riconosciuto da tutti.”

SU PETKOVIC – “Non è stata una scelta non pensata. Anzi, è stata ponderata. A Salerno, ad esempio, io non avevo scelto l’allenatore e dopo 3 partite l’ho mandato via. Poi ne ho scelto uno io da solo: oggi siamo primi”.

SUL TERZO POSTO “Se ci credo? Non si tratta di credere. Gli obiettivi vanno perseguiti. Le vittorie, l’ho sempre detto, dipendono anche da fattori imponderabili. Quello che conta, è avere sì giocatori con tasso tecnico elevato, senza dubbio, ma anche e soprattutto determinati. Un gruppo dotato di carattere forte, che non molla mai, convinto dei propri mezzi e consapevole che i risultati si raggiungono solo con uno spirito di unione, perchè da soli, ‘nsè va’ da nessuna parte”.

SUL PROGETTOA me non interessa quello che fa la Roma, ma quello che faccio io. Io non vivo alla giornata come società, ma su una programmazione seria. Noi abbiamo dei giovani che presto vedrete anche in prima squadra, che faranno invidia. Abbiamo un progetto vero, di crescita esponenziale, geometrica e non aritmetica. In alcune porzioni di campo, ci saranno inserimenti mirati. Tassello dopo tassello, inseriremo i giusti interpreti. Oggi abbiamo le potenzialità per fare molto bene. Deve acquisire ancora un po’ di mentalità vincente. Il nostro è un ambiente che ha sempre sofferto, tutti parlavano di lazietta: “la lazietta dove va?”. Anche quando viveva momenti di successo sportivi, non ha mai avuto forza come società. Oggi non siamo sudditi di nessuno”.

SU ROCCHI – “Se va all’Inter? Sono ipotesi messe in campo, perchè alcuni giocatori trovando poco spazio, hanno la voglia di andare altrove. Non è corretto parlare di mercato ora e comunque, palesare certe strategie, invaliderebbe certe iniziative che sono state messe in campo. Da noi comunque, le persone possono avere prospettive anche oltre al campo, perchè noi, siamo una grande famiglia. Portiamo avanti il processo di valorizzazione del nostro credo e dell’attaccamento a questi colori. Rocchi dirigente? Da parte mia, lui ha avuto la totale disponibilità ad avere un ruolo dentro la società. E’ stato il mio primo acquisto e rappresenta la storia di questa squadra e di questa società e io, la storia, sono abituato a preservarla. La Lazio sarebbe stato più comodo farla fallire, no? Vero? Io mi sono caricato di 550 milioni di debiti, per tenere in vita la storia”.

SUI TIFOSI – “I nostri tifosi si sono sempre considerati, in passato, clienti. Oggi stanno diventando un componente integrante, sta crescendo il consenso e con questo, possiamo fare delle grandi battaglie anche per combattere quel processo di discredito nei nostri confronti. I risultati di alcuni squadre sono enfatizzati, quelli della Lazio invece… Ma le sentite le telecronache? Noi anche quando vinciamo, sembra che otteniamo qualcosa più grande di noi. Invece, noi dobbiamo fare fronte comune, tutti insieme. Se l’ambiente crede in quello che la squadra fa, questa assume una spinta in più, per poter fare ancora meglio. Restiamo uniti. Vedrete che le cose cambieranno sempre in meglio”.

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