CALCIO. ABETE ad AGNELLI: “Critica, ma serve saper cambiare”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Frecciatina poi anche a livello di Lega di Serie A: “Le regole si cambiano assieme e non presentando le proprie istanze…”

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (M. Galdi) – Andrea Agnelli esprime dei giudizi che ho il dovere di rispettare, ma oltre alla critica deve esserci anche la capacità di cambiare”: Abete, Presidente della Federcalcio, risponde così all’intervista e alle critiche del Presidente della Juventus alla vigilia di Natale. Intanto questa mattina incontra il Presidente dei Dilettanti Tavecchio, che gli assicurerà l’appoggio e la candidatura per le elezioni federali del 14 gennaio. “Quando si parla di associazioni il discorso diventa complesso, non ci inventiamo il quadro normativo — ha detto Abete ai microfoni di Sky Sport —. Ci sono tutte le componenti in ballo e penso che il Presidente Agnelli debba avere capacità di sintesi nel governo del calcio. Attualmente non esiste la governance che era stata ventilata a luglio, e non mi riferisco al Presidente. Le regole si cambiano assieme e non presentando le proprie istanze”Omessa denuncia. “Sulla giustizia sportiva dobbiamo condividere la nostra posizione con il Coni e con altri enti. La responsabilità oggettiva è un istituto presente in tutti i codici di giustizia internazionali. Nell’area delle scommesse è indispensabile un intervento del Parlamento, ha aggiunto. “Per quanto riguarda l’omessa denuncia, comprendo come il mondo del calcio sia un po’ parolaio, l’omessa denuncia trova difficoltà a essere riconosciuta”. I filoni di inchiesta di Cremona, Bari e Napoli. “Sono 19 mesi che le indagini delle Procure accompagnano la vita del calcio e della giustizia sportiva”, ha ammesso. Che poi non risparmia critiche anche al fallimento della legge sugli stadi. “I primi mesi della nuova legislatura dovranno sciogliere il nodo di una legge che sembrava arrivasse e non è mai arrivata, creando così più danni che opportunità. Una legge a costo zero per la comunità, che renderebbe più celeri le procedure, nel rispetto della tutela ambientale”. Le riforme. “Una A a 18 squadre?Abete torna sulla riforma dei campionati —. Non può essere questo lo spartiacque per dare più competitività al nostro calcio, visto che è a 20 in nazioni come Germania e Inghilterra. Non ci sarebbe una maggioranza per arrivare a ciò e comunque una diminuzione delle squadre non è nell’agenda delle società. È però più importante la questione degli stadi rispetto al numero delle società”.

 

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