JUVENTUS. CONTE: “Solo JUVE. Poi l’estero e l’azzurro”

TUTTOSPORT «Io e la società più forti dopo la vicenda di Scommessopoli: è stato doloroso, ho lavorato su me stesso, ma è venuta fuori un’unità straordinaria»

 

(getty images)

Intervistato oggi da “Tuttosport” l’allenatore della Juventus ha parlato dell’anno appena concluso e delle sue aspirazioni per il futuro. Conte si dice più che soddisfatto per quanto fatto nel 2012: “Il bilancio del mio 2012 è più che positivo, sotto tutti i punti di vista. Abbiamo conquistato lo scudetto da imbattuti, siamo arrivati a disputare la finale di Coppa Italia, abbiamo vinto la Supercoppa, concludiamo l’anno in testa alla classifica, negli ottavi di Champions League e nei quarti di Coppa Italia… Insomma, più di così.”. I problemi con la giustizia sportiva sono ormai acqua passata per l’allenatore: “Il primo scudetto da tecnico mi ha regalato una gioia indescrivibile, un trionfo che ha superato in termini di emozioni anche il successo ottenuto in Champions League da giocatore. No, niente e nessuno possono sporcare questa felicità, anche se è stata una vicenda dolorosa che mi ha portato a riflettere e a lavorare su me stesso per costruire qualcosa di positivo. Ora posso tranquillamente affermare di essere più forte.”. 

Conte poi non teme l’accostamento con mostri sacri della panchina: “Fossi ancora un giocatore mi piacerebbe avere un allenatore come Conte, mi aiuterebbe a vedere il calcio in maniera diversa. Il mio è un calcio organizzato. Più di Mou e Guardiola? Loro stanno sul piedistallo, io lavoro per collocarmi allo stesso livello. Io il calcio lo studio dal punto di vista tecnico, tattico, psicologico, fisico, gestionale. Se sono a casa, scelgo un libro che mi aiuti nella mia professione. Sto pure studiando inglese e devo ammettere che fatico da bestia, però mi serve con gli stranieri per comunicare in maniera corretta, per essere persuasivo sotto il profilo motivazionale.”.

Ovviamente a questo punto, con la lotta per lo scudetto quasi chiusa si chiama Champions League: “Questa Juve è più forte dell’anno scorso, perché un anno di lavoro alle spalle ci ha consentito di superare quattro mesi delicatissimi senza l’allenatore in panchina. Il Celtic va azzannato con la medesima forza del Barcellona o del Real. La presunzione ci ammazzerebbe. Non possiamo non credere di andare avanti. Sarebbe un delitto, siamo lì, lotteremo, io il sogno lo coltivo.”.

Pensando invece ad un futuro remoto l’allenatore bianconero non esclude la nazionale e pensa già all’estero: “Vedremo, per me questo è il coronamento di un sogno. Mi auguro che sia un percorso lungo, dopo sarà all’estero. In Italia? Mi piacerebbe la Nazionale, però è uno step successivo.”.

 

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