JUVE. Gol sprint, strapotere assoluto. Bianconeri campioni d’inverno

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Vucinic a segno dopo 80 secondi, l’Atalanta fallisce il pari con Denis poi affonda sotto i colpi di Pirlo e Marchisio. E il vantaggio sull’Inter è di sette punti…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (N. Cecere) – 80″ per sbloccare con Vucinic, altri 12′ per raddoppiare con una magistrale punizione di Pirlo, e prima della mezz’ora il destro di Marchisio annuncia che il match contro una fragile Atalanta è già finito. Così Conte, abbracciato dalla Scirea con una luminosa coreografia, poteva già dedicarsi ai progetti di allegria: 41 punti in 17 partite significano potenzialmente 47 al giro di boa… Mentre ci si interroga se il rivale più temibile possa essere l’Inter o il Napoli, il campionato rischia di diventare ben presto una marcia trionfale bianconera, una fuga in solitario lunga tutto il girone di ritorno. Prima di scendere in campo la Juve sapeva che battendo l’Atalanta sarebbe stata campione d’inverno: a frenare il Napoli, se proprio non ci fosse riuscito il Bologna, ci avrebbe pensato la giustizia sportiva con la penalizzazione annunciata. La sconfitta dell‘Inter all’Olimpico può aver aggiunto determinazione, certo è che al fischio iniziale dell’arbitro Massa i bianconeri si sono avventati sugli avversari costringendoli subito a retrocedere. E a sbagliare: triangolo Vucinic-Giovinco con Bellini che si autoelimina dal contrasto ed ecco che Vucinic può interrompere il suo lungo digiuno casalingo. Qui i bergamaschi hanno una reazione incisiva e dopo 2′ Denis si vede regalare da un indeciso Marrone il pallone del facile pareggio. L’argentino deve superare solo Buffon, potrebbe farlo avanzando in dribbling invece tira frettolosamente e pure centralmente. Così il portierone riesce a respingere di piede. Da notare che 30″ prima la curva aveva invitato Gigi a saltare con lei: quasi una premonizione. Fallito il possibilissimo aggancio, l’Atalanta è rimasta travolta dall’abilità di Pirlo, capace di spedire nel sette una punizione da lontano. E qui dobbiamo dire che Pirlo ha saputo evadere alla grande dalla gabbia costruitagli da Colantuono. Il quale, pur di bloccarlo, ha modificato il suo 4-4-1-1 per affidarsi a una difesa a tre rinforzata sugli esterni dal costante rientro di Schelotto (contro Asamoah) e di Peluso sul voglioso Lichtsteiner. Trasformata la punizione del 2-0, Pirlo ha comandato il gioco a piacimento senza che nessuno riuscisse a contenerlo, mentre l’Atalanta non ha più saputo opporsi sul piano della manovra. E’ andato in scena un monologo bianconero, la capolista aveva voglia di divertire il suo pubblico e ci è riuscita con triangolazioni strette e sovrapposizioni esterne che hanno regalato diverse situazioni da rete anche grazie alla vena di Giovinco, bravissimo negli appoggi ma poi non altrettanto abile al tiro. Colantuono si è dovuto arrendere all’evidenza: ‘questo’ Pirlo è immarcabile. Contro il Parma, la variante tattica del 3-4-2-1 aveva dato esiti positivi (vittoria per 2-1), contro la Juve la mossa non ha funzionato nonostante la buona predisposizione al sacrificio, al pressing di Bonaventura, parso lucido e propositivo fino a quando non ha dovuto lasciare il campo causa espulsione di Manfredini, rimpiazzato da Stendardo. Con tre gol sul groppone (Marchisio nel frattempo aveva sorpreso Consigli con una rasoiata da fuori area) e l’uomo in meno, per l’Atalanta l’unico obbiettivo perseguibile diventava evitare di trasformare la sfida in un match di tennis. E almeno questa consolazione il febbricitante Colantuono se l’è presa. Un po’ perché la Juve della ripresa ha tolto il piede dall’acceleratore e un po’ perché Giovinco, soprattutto, e Quagliarella non hanno trovato mira e fortuna quando si è trattato di spedire la sfera nella porta di Consigli, impegnatosi a riscattare l’indecisione sul terzo gol con un paio di buoni interventi. Alla fine applausi a tutti.

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