LA GAZZETTA DELLO SPORT – Fa segnare gli altri, però l’ultimo centro della punta Juve risale al match col Nordsjaelland. E in A non va in gol da settembre
Ci sono assist che valgono un gol, come quello di tacco a Palermo per Lichtsteiner. Ci sono dribbling che fanno la differenza, come quello a Donetsk che ha innescato l’azione decisiva. Ci sono movimenti che aprono spazi, come tutti quelli nei quali si fiondano Vidal e Marchisio. Ci sono (tante) partite in cui non segna, ma è come se Mirko Vucinic lo avesse fatto: l’unica differenza è che sul tabellino dei marcatori non ci finisce lui, ma un compagno grazie a una giocata del montenegrino. Insomma: Vucinic è prezioso, determinante, geniale, fondamentale. Ma fa pochi gol. E pochissimi in casa. In questa stagione Mirko è a quota 4 (2 in campionato, 1 in Champions, 1 in Supercoppa). L’ultimo gol in Serie A risale al 16 settembre. In totale con la maglia bianconera Vucinic ha realizzato 13 reti in 54 partite: tanto per fare un confronto, Vidal ne ha segnate 16 in 56 e Marchisio nello stesso periodo 14 in 59. Una media da centrocampista, insomma, che però ha anche una spiegazione tattica: a Vucinic Conte chiede di fare il regista avanzato, nella trequarti avversaria Mirko è l’ispiratore di ogni manovra, gli viene chiesto l’assist ancor più del tiro. Però un gol ogni tanto farebbe piacere perfino a lui, sempre molto snob nei confronti della gioia massima per un attaccante. A inizio stagione Vucinic aveva addirittura voluto il 9, un numero che al popolo bianconero ricorda le gesta e le reti di Charles, Boninsegna, Anastasi, Rossi, Inzaghi e Trezeguet (non conta che indossasse il 17). E l’inizio era stato bruciante: gol in Supercoppa e poi alla seconda e alla terza giornata di campionato. Da quel momento il buio: domani saranno passati tre mesi esatti dall’ultima rete in Serie A e nel frattempo è arrivato solo il timbro di Copenaghen.