LA GAZZETTA DELLO SPORT – Botta e risposta con Malagò sulla giustizia sportiva Lega: Abodi «a disposizione»
Giustizia sportiva e assemblea elettiva nel «piatto» del Consiglio federale del calcio tenuto ieri a un mese esatto dalle votazioni. Abodi c’è Giancarlo Abete parla ancora di «disponibilità alla riconferma, perché la candidatura spetta a una componente». Componenti che stanno per eleggere i loro delegati. Ieri Andrea Abodi ha formalizzato le dimissioni dalla Lega di B («Più che un atto dovuto, un atto di rispetto e di responsabilità verso le società») senza dichiarare l’intenzione di correre per la A il 20 dicembre a Milano ma mettendosi «a disposizione». I sondaggi lo danno a quota 10-12 (servono i sì di 14 club), con Juve, Inter e Roma grandi sponsor e una nutrita pattuglia di incerte, dal Napoli al Chievo. Comunque, per entrare in Consiglio federale, la Lega deve tirar fuori un presidente prima del 14 gennaio. Ieri Abete si è tolto qualche sassolino per rispondere a Giovanni Malagò, candidato alla presidenza del Coni, che ha parlato del caso Napoli a Radio Manà Manà Sport: «Non entro nel merito, ma qui la giustizia sportiva fa 50 pesi e 50 misure». E sulla responsabilità oggettiva: «Ragiono da dirigente: se un atleta a mia insaputa fa qualcosa che non deve fare e mi ritrovo penalizzato, io sono una vittima e oltre al danno ho la beffa». «Ma la responsabilità oggettiva — risponde Abete — è una normativa internazionale! La riforma della giustizia sportiva? Si è deciso di spostarla al 30 giugno per fare un’ulteriore riflessione. Lo so io e lo sa Malagò: abbiamo votato insieme in Giunta Coni». Poi Abete parte all’attacco del Tnas, il Tribunale Arbitrale, lo «scontificio». «Tre gradi di giudizio non ce li ha nemmeno il Paese: la Cassazione interviene solo sulla legittimità. È davvero anomalo il fatto che la Figc, per i primi due gradi, ha un ruolo asettico, poi diventa parte in causa».