IL MESSAGGERO – RASSEGNA STAMPA – (S. Riggio)
Javier Zanetti, capitano dell’Inter, e la sfida di sabato sera con la Lazio.
Partita da vincere per dare un segnale alla Juventus?
“L’Inter è forte, non deve dare segnali a nessuno”.
La Lazio fa paura?
“Sta facendo un ottimo campionato, dimostrando di essere un grande squadra con giocatori importanti. Bisognerà stare attenti, giocare a Roma per noi non è mai stato semplice”.
Pericolo Klose?
“Contro di lui ci dovrà essere la massima concentrazione. Stiamo parlando di un grande finalizzatore, con tanta esperienza. Dovremo avere un occhio di riguardo, non lasciargli spazi perché ha mille qualità e sa colpire in qualsiasi modo”.
Sarà anche una sfida tra lui e Milito?
“Sicuramente sì. Sono due giocatori che, da tempo, ci hanno abituato a grandi partite, regalano spettacolo e realizzano sempre gol decisivi”.
Come giudica il lavoro di Petkovic?
“È arrivato quando magari nessuno credeva in lui. Invece, sta dimostrando di essere un allenatore all’altezza, non si inventa niente ma possiede idee importanti. Questa Lazio, grazie a lui, sta dimostrando di potersela giocare con tutte le altre grandi squadre”.
Lei ha detto ‘A Roma non è mai semplice giocare’.
“Si incontrano due formazioni che vogliono rimanere in alto e queste sono partite dove risultano decisivi i dettagli, gli episodi. Non si può sbagliare niente”.
Parlando di Inter, a inizio stagione avrebbe mai pensato di essere così in alto a dicembre?
“Io sì, ci credevo. Forse, però, dall’esterno pensavano il contrario. Siamo un gruppo nuovo ma abbiamo intrapreso la strada giusta e vogliamo continuare così”.
Merito anche di Andrea Stramaccioni?
“Il mister è stato bravo a portare le sue idee e, insieme a noi, sta cercando di riportare a grandi livelli l’Inter. Ci sta aiutando molto”.
Ricordi positivi: Inter-Lazio 3-0, nel 1998 finale di Coppa Uefa a Parigi. C’è pure un suo gol.
“Una notte stupenda. È stato il mio primo trofeo internazionale e quella sera ho avuto anche la fortuna di segnare”.
Ricordi negativi: nella storia nerazzurra c’è anche quel 5 maggio 2002, Lazio-Inter 4-2 e scudetto alla Juventus.
“C’erano tutte le condizioni per poter fare un altro tipo di partita e vincere il campionato. Tutti, dai tifosi alla società, si aspettavano un giorno di festa, ma il calcio è anche questo e bisogna accettare il verdetto del campo. Poi, il destino ha voluto che il 5 maggio 2010 vincessimo la Coppa Italia all’Olimpico, dando vita al Triplete“.
In passato la Lazio era un po’ più argentina. In quel periodo, il club biancoceleste l’ha mai cercata?
“No, non mi ha mai cercato. Con quel gruppo, la Lazio ha fatto davvero bene. Penso che i tifosi biancocelesti abbiano un bellissimo ricordo di quegli anni, hanno vinto meritatamente”.
Che rapporto ha avuto con Almeyda e Veron, due che hanno fatto la storia sia a Roma sia a Milano?
“Conoscevo di più Almeyda perché prima ci giocavo in Nazionale. Qui in Italia hanno lasciato una bella impronta”.
Dando uno sguardo al campionato, secondo lei chi può lottare per lo scudetto?
“Lazio e Roma rientrano in questo gruppo di favorite, insieme a Juventus, Inter e Napoli. Sarà un campionato equilibrato fino alla fine”.