COPA SUDAMERICANA – Come riportato da Gazzetta.it, l’11a edizione della COPA SUDAMERICANA si è conclusa nel più incredibile dei modi: la finale di ritorno tra SAN PAOLO e TIGRE si è infatti conslusa dopo soli 45 minuti di gioco visto che gli argentini si sono RIFIUTATI di tornare in campo a causa di una presunta aggressione negli spogliatoi. “All’ingresso del nostro spogliatoio abbiamo trovato una ventina di bodyguard enormi che hanno iniziato a insultarci e minacciarci, fino a provocare una rissa. Ci hanno malmenato, e come se non bastasse ci si è messa pure la polizia, che invece di intervenire in nostro aiuto ci ha presi a manganellate. Ci hanno PESTATI e minacciati con una PISTOLA“, queste le accuse rivolte dal Tigre alla sicurezza brasiliana, che però risponde: “Sono stati gli argentini a provocare per primi”. Allo scadere della prima frazione di gioco il San Paolo era in vantaggio su 2-0 e un acceno di rissa sul campo si è trasdormato in una vera e propria imboscata (parole testuali del capo dei servizi d’ordine argentini) negli spogliatoi. “Siamo stati vittima di un pestaggio programmato. Sembrava tutto calcolato. Loro lì ad aspettarci, e nessuno attorno che potesse vedere. Siamo venuti per giocare una partita e ci hanno pestato, senza contare i colpi di manganello della polizia”, questa la testimonianza del portiere ALBIL. La vittoria è stata comunque assegnata al club brasiliano: reti di LUCAS e OSVALDO.
Ecco poi le parole di Nèstor GOROSITO, tecnico del Tigre “La polizia è entrata negli spogliatoi. Gli agenti ci hanno mostrato le pistole, sono dei fifoni, perchè non ci affrontano uomo a uomo: le guardie del corpo del San Paolo sono grandi, enormi, ed hanno tirato fuori le loro armi. Questo è il risultato di tutto quello che è successo: Galmarini ha il braccio ferito, Lucas Orbàn ha preso un calcio sulla schiena. Come vogliono che giochiamo così? È deplorevole quanto accaduto”.