DICHIARAZIONI BORINI – Di seguito l’intervista fatta a SkySport24 all’attaccante del LIVERPOOL Fabio BORINI:
Quando rientri?
“Dipende dalle mie condizioni fisiche, ma ho il volo prenotato per Liverpool il 26 dicembre. Voglio accelerare visto che è solo una questione di condizione fisica. Poi una volta tornato su si vedrà”.
Chi ti piace tra i giovani della tua Under-21?
“Io parlo più dei ’91 che li conosco meglio. I miei amici Destro e Caldirola sono due giocatori veramente bravi e forti, mentalmente e tecnicamente. Poi anche Gabbiadini mi piace molto e anche Marrone che ha fatto molto bene in Coppa Italia. Poi anche Florenzi ha fatto un ottimo inizio di campionato ed ha sorpreso tutti. E’ un’annata molto promettente”.
El Shaarawy sarebbe esploso anche con Ibra? Per voi giovani la crisi e la fuga dei fenomeni è un vantaggio?
“Il superfenomeno aiuta a crescere e a imparare. Non credo che il fatto che giocano i giovani sia “colpa” della crisi. Anche se ora le società guardano pià a quanto spendono certo. El Shaarawy sarebbe venuto fuori lo stesso, le qualità le ha e le vedono tutti.
Te ne sei andato al monento sbagliato? L’anno scorso a Roma il fenomeno eri te. Potevano approfittarne di più?
“(ride) Forse si, forse no. Magari mi infortunavo qui e stavo fermo anche di più”.
Totti, a 36 anni, ancora così in forma…
“L’ho visto ringiovanito, sembra che si diverta anche di più. Dopo tutti gli infortuni avuti non è sempre facile, sarà merito di Zeman e dei preparatori che lo mettono sempre in condizione. Ma lui rimane sempre un grande campione e lo sta dimostrando”.
Balotelli? Mancini dice che dovrebbe fare più il calciatore…
“Io con Mario sono sempre andato d’accordo e l’ho sempre stimato per quello che fa in campo, ovvero quello che la gente dovrebbe valutare. Ci stanno le partite no. Lui va preso per come è e quello che fa fuori dal campo conta poco. Il talento che ha è indiscutibile”.
Quale è il tuo obiettivo personale per quest’anno? Punti all’Europeo Under 21?
“Preferisco non dire ppubblicamente gli obiettivi, così so io se li ho raggiunti o no! Poi magari alla fine dirò se li ho centrati o meno, sono obiettivi abbastanza alti”.
E’ stato difficile tornare in Inghilterra?
“E’ stato più difficile tornare in Italia, visto che qui a livello di Prima Squadra non ci ero mai stato. Qui è completamente diverso dall’Inghilterra, dove già conoscevo la mentalità della Prima Squadra”.
Preferisci il loro modo di vivere il calcio?
“Direi di si, sono cresciuto là calcisticamente parlando. Forse per questo è stato più difficile tornare in Italia”.