LA GAZZETTA DELLO SPORT – Prima Danilo, poi il solito Totò: una brutta Samp va al tappeto in 28 minuti, sbaglia un rigore con Pozzi e si arrende ai friulani…
RASSEGNA STAMPA – (F. Licari) – La Samp incrocia una delle giornate-no e finisce dritta dritta nel sacco dell‘Udinese. No scuse, no rimpianti: 0-2 e tutti a casa. Ipotesi: se Pozzi avesse messo dentro il rigore a mezz’ora dalla fine, invece di dilapidarlo nel modo più orribile, i giochi si sarebbero riaperti? Possibile. Fino a quel momento esiste soltanto l’Udinese. E poi la Samp non ha Di Natale. Anche ieri un gol, un assist, due grandi occasioni. E comunque l’Udinese non è soltanto Di Natale. È la grinta di Heurtaux, la spinta di Basta, il movimento in verticale di Pereyra. Ed è anche la confusione della Samp che sceglie il 4-5-1 formula-derby, ma sbaglia avversario: perché Guidolin non ci casca. Ferrara cerca di proteggere la mediana aumentando gli interpreti: s’affida a Poli, esterno alto, nella speranza di spaccare l‘Udinese su un fianco, il destro, dove però Basta e Heurtaux non lasciano uno spiraglio. La mezzala-esterno non trova mai collaborazione e sbatte duro: Icardi al centro è un po’ mister soprammobile, Soriano a destra impacciato, e in mezzo la coppia Maresca-Obiang sotto tono. Tutto facile, quindi, per il compattissimo 3-5-2 Udinese che, in fase difensiva, abbassa Pasquale per distendere una difesa a quattro. Ma non è soltanto questione tattica. È il ritmo che è diverso: Allan vince la sfida dei play con Maresca; Pinzi sovrasta Tissone; Badu, a volte un po’ approssimativo, dà la polvere a Obiang. E soprattutto c’è Pereyra che, prima di rifiatare, squarcia in verticale la Samp, sempre in anticipo, senza che nessuno riesca a fermarlo. Controllo e ripartenza, controllo e ripartenza, poco più d’un quarto d’ora ed è gol. Naturalmente Totò: la sua mezza rovesciata è deviata in angolo da Romero, il suo assist dalla bandierina trova la testa vincente di Danilo. Al 28′ siamo già 2-0: fuga di Badu, papocchio di Berardi, e Di Natale che è lì la mette dentro a porta vuota. La contromossa di Ferrara — fuori Maresca, dentro Pozzi —, per un 4-4-2 con due centravanti, viene annullata in cinque minuti dall’infortunio a Gastaldello. Entra Estigarribia, si passa al 3-5-2, e non c’è dubbio che in questa circostanza Maresca sarebbe stato ancora utile. Invece, senza regista vero, la manovra è generosissima però poco lucida. In più, al 18′ s.t., Pozzi appoggia su Brkic il rigore della (possibile) svolta. A questo punto c’è soltanto Sampdoria, ma di veramente pericoloso si vede la botta di Icardi parata da Brkic: con l’Udinese passata alla difesa a cinque non c’è più spazio per segnare.