CALCIOSCOMMESSE. GEGIC tira in ballo un mister X: “Ci diceva su cosa scommettere”

(Getty images)

IL MESSAGGERO – RASSEGNA STAMPA – (C. Guasco) – Mister X ha un nome e un volto. E quando il cerchio della procura di Cremona si sarà definitivamente chiuso attorno al misterioso uomo del calcioscommesse, la Serie A tornerà a tremare. L’identikit che filtra dal fronte investigativo lascia presagire importanti sviluppi: “E’ un personaggio che ha rapporti con dirigenti, amministratori e allenatori del massimo campionato. Tramite loro è in grado di sapere come andranno a finire le partite, rivendendo poi le informazioni”. Risultato garantito, per questo Mister X si fa pagare caro. Ieri, nell’interrogatorio davanti al pm Di Martino, l’identità del faccendiere del pallone è stata la prima domanda rivolta a Gegic. Un appuntamento al quale il capo degli zingari, in carcere dal 26 novembre, arriva preparato: “Conosce bene le carte dell’inchiesta. Ha letto i verbali degli interrogatori. E’ freddo e intelligente. Più che pentito, lo definirei un dissociato dell’organizzazione”, spiega uno degli investigatori. Dice di essere il gregario di Hiliveski, in realtà è stato lui ad avvicinare per primo i giocatori italiani proponendo denaro i cambio di partite truccate. Ha visto molto e sa parecchio. Soprattutto, ha incrociato in un albergo milanese Mister X, il quale gli ha proposto “dritte sicure sugli incontri di Serie A in cambio di 600 mila euro. “Ci racconti tutto di lui”, ha esordito il pm e la risposta dello zingaro ha richiesto un’ora di tempo. A Gegic sono state mostrate delle foto, tutte di uomini attorno alla sessantina, e l’attenzione dello zingaro si è appuntata in particolare su una: “Ecco, questo gli assomiglia”. In realtà gli inquirenti non aspettavano il capo del gruppo per avere dettagli su Mister X, semmai cercavano conferme. Dell’uomo con dieci telefonini che squillano incessantemente aveva già riferito a verbale Erodiani, il proprietario di ricevitoria finito in carcere nella prima ondata di arresti. Gli agenti dello Sco hanno lavorato sulle informazioni, incrociato dati, scremato nomi e i sospetti alla fine si sono concentrati su un italiano. Una persona ben inserita nel mondo del calcio, che quando bussa vede aprirsi le porte degli spogliatoi e gli uffici dei dirigenti. Ai riservati accordi sulle combine attinge dall’alto – è convinta la procura – dai mister e dagli amministratori delle squadre che a loro volta hanno già deciso come deve concludersi un match. Mister X fa tesoro di queste dritte preziose: le tiene per sè e le rivende alle organizzazioni criminali soltanto all’ultimo, affinché non vengano bruciate. In questa attività ha anche un clone, un collaboratore che a volte si presenta in sua vece. “Noi, quelli che chiamate gli zingari, non siamo stati gli unici. Erano in tanti ad approfittare del sistema”, ha ribadito Gegic. Assai loquace sull’uomo misterioso ma definito scarsamente collaborativo sulle partite truccate e sul suo ruolo nel gruppo: “Nega cose di evidenza assoluta”.

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