LA GAZZETTA DELLO SPORT – Conte avanza senza l’ariete. E i jolly diventano l’arma in più
Secondo l’articolo odierno della Gazzetta dello Sport, la costruzione della nuova grande Juve nasce dall’acquisto di Pirlo. Nelle abitudini juventine il perno della squadra, da Causio a Platini e Zidane, gioca più avanti, ma la scelta di un regista basso conta almeno un precedente importante (e felice), Paulo Sousa ai tempi del primo Lippi. Non a caso Conte, della squadra che vinse la Champions a Roma contro l’Ajax, era il motore, un po’ come Vidal e Marchisio oggi; le analogie si fermano qui perché quello era un 4-3-3 che davanti godeva della forza d’urto di Vialli e Ravanelli e della destrezza del giovane Del Piero, mentre qui l’offesa viene portata in altre maniere. Però lo spirito famelico della prima Juve di Lippi e il ferreo ordine tattico che lo governa è riproposto pari pari dalla creatura dell’antico capitano. Se parliamo di spirito, poi, l’altro paragone possibile è con la squadra interamente italiana del ’77; che — guarda un pò la coincidenza — decollò grazie a due grandi ricicli di mercato, Benetti e Boninsegna presi alle milanesi. Un prequel del caso-Pirlo. […] Con Vucinic e Giovinco si fatica di più a segnare, ma la squadra gioca perennemente in modalità «cerca la via alla rete». E la trova: con loro due, con Vidal e Marchisio, con Lichsteiner, con Bonucci. Siamo appena agli ottavi, la Champions vera deve ancora iniziare, ma la Juve «ibrida» si è guadagnata tutta la fiducia di cui siamo capaci.