LA GAZZETTA DELLO SPORT – RASSEGNA STAMPA – (S. Boldrini) – Ad un certo punto, ci si è aggrappati a tutto, anche a Messi che aveva iniziato il riscaldamento e con lo stadio in festa come se l’argentino avesse firmato un gol in Barcellona-Benfica, la sfida che si incrociava con la gara di Glasgow. Il popolo del Celtic si è scaldato, ma alla fine è servito un umanissimo e scontatissimo rigore per permettere agli scozzesi di abbattere la resistenza russa ed entrare agli ottavi, risultato che da queste parti aspettavano da una vita. La legnata di Commons, uscito poi in barella quando Kallstrom gli ha dato un calcione punito con il secondo giallo per lo svedese e conseguente espulsione, ha liberato lo stadio da un incubo. Sono saltati tutti, comprese le mogli dei giocatori, più scatenate degli ultrà. I cinque minuti di recupero sono stati un’agonia, ma il 2-1 è stato conservato senza problemi. Una qualificazione voluta a tutti i costi. Ma il Celtic ha sofferto, mancando proprio in quello che è da sempre il punto forte di questa squadra: il carattere. Per venti minuti è stato prigioniero della spensieratezza dello Spartak, fuori anche dal discorso Europa League e con un allenatore nuovo in panchina, Karpin. Un’occasione fallita da Kallstrom al quarto d’ora ha gelato lo stadio. C’è voluto un guizzo del greco Samaras, vera anima della squadra scozzese, per lanciare il Celtic. Un suo lancio lungo, su azione di contropiede, è stato svirgolato da Insaurralde. Il pallone è finito tra i piedi di Hooper e il centravanti non ci ha pensato due volte: destro in corsa e 1-0 della speranza. Lo Spartak è tornato in partita grazie ad un’azione sull’asse Jurado-Ari, con buco gigantesco della difesa scozzese, dove Wilson si è fatto trovare fuori posizione: cucchiaio delizioso, 1-1 e stadio ammutolito. La ripresa è stato un monologo sterile del Celtic, a parte il sussulto del solito Samaras, con il palo colpito dal greco dopo sei minuti. Gli scozzesi, frenati dall’ansia del risultato, hanno mostrato limiti di creatività. Samaras non si è mai arreso e ha mostrato la sua esperienza, procurandosi con il mestiere del navigante del calcio, un rigore non solare, ma neppure scandaloso: il tedesco Brych ha punito la spinta di Suchy. Commons non ha sbagliato e a quel punto è cominciato il conto alla rovescia, finito con l’urlo liberatorio. Il Celtic è tra le prime sedici d’Europa ed è un premio meritato.