Il Presidente della Federciclismo: “I candidati devono riconoscere che la gestione della federazione ha tenuto il movimento vivo e sano”
Ecco le parole di Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo, ai microfoni di Radio Manà Manà Sport in vista delle elezioni della federazione. «Sono presidente da otto anni. Abbiamo iniziato in salita nel 2005, ma la federazione ha reagito in maniera determinata, dovevamo recuperare credibilità e immagine e ci siamo riusciti. I candidati devono riconoscere che la gestione della federazione ha tenuto il movimento vivo e sano. Inoltre, sto pensando di ringiovanire la dirigenza, a partire dalla regione più importante che è la Lombardia. In tutti i campi si può sempre fare di più anche se abbiamo fatto molto. Abbiamo pensato alla bici come stile di vita: dovevamo far crescere la cultura della bicicletta e il Ministero dell’Interno ha riconosciuto la nostra credibilità, tant’è vero che siamo stati incaricati di fare le moto-staffette, servizi privati che la federazione mette in campo perchè la polizia stradale non riesce a coprire tutte le gare di ciclismo. Stiamo anche lavorando in maniera informatica per il pedalatore libero, affinchè chi vuole andare in bici da solo può essere rintracciato in qualsiasi momento». Parlando delle gare dilettantistiche, Di Rocco ha ammesso che «purtroppo le categorie giovanili soffrono in quanto spesso i comuni privilegiano le gare amatoriali rispetto a quelle dei dilettanti», mentre per quanto riguarda la costruzione di futuri velodromi «il sogno era quello di averne uno a Roma nella zona di Tor Vergata, ma essendo sfumata la candidatura per Roma 2020 non se ne è fatto più nulla».