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JUVENTUS. PESSOTTO: “CONTE ha la mentalità vincente. Quel derby pareggiato 3-3…”

Il team manager bianconero ripercorre la sua carriera in una lunga intervista…

(getty images)

Gianluca Pessotto è il potagonista della rubrica di Sky Sport per “I Signori del Calcio”, in onda domani, in cui l’attuale team manager della Juventus si racconta a 360°.

Ecco le sue dichiarazioni:

SU CONTE – “Speravo che Conte potesse diventare per la Juventus quello che è stato come calciatore. Ha dentro di sé tutto, ha esperienza, ha mentalità vincente, la ha avuta da calciatore. Non è stato un giocatore baciato dal talento ma si è costruito con le fatiche tutte le sue vittorie. Tutto il suo sudore l’ha aiutato a essere un grande campione come giocatore e questa mentalità l’ha trasferita anche come allenatore“.

SUL PRIMO DERBY DI TORINO – “Baggio non giocò e toccò a Del Piero. Un ragazzino molto forte che il mister mi chiese di marcare uomo, di seguirlo ovunque. E’ stata una bella sfida, corretta, penso di avergli dato solo un paio di scarpate e non me le ha nemmeno rinfacciate”.

SUI DIECI DERBY GIOCATI IN CARRIERA “Se penso al 3-3 quando vincevamo 3-0 alla fine del primo tempo ancora non mi va giù, con la buca fatta da Maspero sul rigore di Salas. E’ una bella soddisfazione perché le statistiche rimangono ma poi il derby è sempre una partita particolare, anche se per la Juventus e per il Torino rappresenta qualcosa di diverso, vincerlo è sempre bello”.

SULLA CHAMPIONS VINTA NEL ’96 – “Il primo pensiero è stato quello di aver realizzato un sogno perché quando ero ragazzino nelle giovanili del Milan, il Milan vinse la Champions, portarono il trofeo a Milanello e a noi ragazzi diedero l’opportunità di fare la foto con la coppa in mano. Dentro di me mi dissi che un giorno l’avrei conquistata anche io”.

SU ZIDANE – “L’estetica del calcio, l’essenza del calcio. Danzava con la palla, talmente bello da vedere con questa caviglia che sembrava una mazza da hockey con la parte finale però movibile. Faceva delle cose incredibili unite a una timidezza che lo rendeva ancora più grande perché non ha mai fatto pesare il suo talento a nessuno di noi, e anzi si è sempre messo a disposizione e devo dire che questo lo ha reso grande e continua a far sì che sia stato uno dei più grandi giocatori che il calcio abbia mai prodotto e visto”.

Redazione Sportiva