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INTER, che fai?

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Sneijder resta ai margini. Strama cerca soluzioni. Cassano uomo-chiave. Un punto in 3 gare, per rilanciarsi i nerazzurri devono risolvere diversi problemi: il primo è la gestione del caso dell’olandese…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (L. Calamai) – L’ultima Inter è troppo brutta per essere vera. Sarebbe un errore dimenticare ‘l’altro campionato’, quello che ha visto la squadra di Stramaccioni battere la Juve a Torino e infilare una serie straordinaria di dieci successi consecutivi in trasferta. E’ importante capire perché la macchina nerazzurra si sia improvvisamente inceppata. Un punto in quattro gare (compresa la Coppa) è una media da paura. Il ‘cosa non va’ può essere riassunto in nove punti.

1. Il genio di Antonio. Senza Cassano la ‘formula tre’ perde valore perché solo Fantantonio è in grado di dare genialità a una manovra che si sviluppa in maniera ordinata ma prevedibile fino alla trequarti. Cassano è l’uomo che accende il tridente offensivo garantendo assist, invenzioni e gol. Purtroppo per i nerazzurri sarà fuori, per squalifica, anche nella prossima gara di campionato.
2. Sneijder, non adesso. Sneijder, l’unico che può garantire la stessa qualità di Fantantonio. Perché emarginare l’olandese in questa fase della stagione? Non sarebbe più giusto sfruttare Sneijder fino a gennaio e poi, se proprio è incompatibile con i progetti nerazzurri, venderlo durante il mercato invernale investendo subito i soldi per l’acquisto di un quarto uomo-gol?
3. La squadra è stanca. L’Inter paga lo stress da rimonta e l’inevitabile flessione di alcuni dei suoi uomini-simbolo, tipo Cambiasso.
4. Il peso degli infortuni. Gli infortuni hanno sicuramente penalizzato l’ultima Inter. Gente come Gargano e Mudingayi, ad esempio, garantisce solidità in mezzo al campo e protezione a una difesa che, guarda caso, è andata in difficoltà proprio nelle ultime partite. Ma con gli infortuni bisogna convivere.
5. Tra Guarin e Paulinho. Guarin è l’unico centrocampista che garantisce due fasi: qualità nell’impostazione del gioco e accelerazioni in grado di aprire i bunker avversari. Ma il talento colombiano alterna momenti di grande ispirazione a lunghissime pause. Per questo l’Inter ha cercato Paulinho, sicuramente una buona idea. Il centrocampista del Corinthians garantirebbe alla squadra nerazzurra una preziosa alternativa nella partenza del gioco. Il Guarin di oggi da solo non basta.
6. Mancano le alternative. L’idea della difesa a tre è stata una delle chiavi di volta della striscia vincente nerazzurra. Ma, come per l’attacco, anche nel reparto difensivo le alternative ai titolarissimi (in questo caso Ranocchia, Samuel e Juan Jesus) non sono di pari livello. Così basta l’assenza o il calo di forma di uno dei tre titolari per far venire a galla pericolose crepe nel muro eretto davanti ad Handanovic.
7. Nervosismo. Parma è una sconfitta senza alibi. Ma contro Atalanta e Cagliari la squadra di Stramaccioni ha pagato a caro prezzo alcuni chiari errori arbitrali. Episodi negativi che oltre a condizionare il risultato hanno innervosito l’ambiente nerazzurro. Provocando ‘altre sconfitte’. I due turni di sospensione a Cassano ne sono un’evidente fotografia. Senza dimenticare che anche Gargano era assente per squalifica.
8. Manovra prevedibile. La striscia positiva è stata frutto di una miscela che univa difesa blindata, ripartenze micidiali, grande aggressività in ogni angolo del campo. L’ultima Inter viaggia con due marce in meno. Il ritmo blando favorisce il possesso palla ma penalizza attaccanti micidiali negli spazi quali Milito e Palacio. In più la squadra nerazzurra fatica a lasciare il segno sulle corsie esterne. Nagatomo ha grande corsa, ma poca qualità e Zanetti ha qualità ma poca benzina nel motore. Con queste premesse la manovra nerazzurra diventa troppo prevedibile.
9. Le scelte di Strama. Anche lui ha qualche responsabilità in questi ultimi risultati da incubo. Ad esempio, la scelta di riproporre la difesa a quattro contro l’Atalanta e l’aver puntato sul sempre più misterioso Alvarez contro il Parma. Anche Stramaccioni, insomma, sembra un po’ appannato. Come il resto della squadra. Niente di drammatico. La corsa scudetto è ancora senza un padrone.

Redazione Sportiva