MILAN-JUVE. I rossoneri svoltano in 11 metri. Capolista k.o. e assist all’Inter

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Gli uomini di Conte irriconoscibili, molli e svogliati, pagano l’impresa Champions. Allegri vince con tattica e sacrificio: Robinho-gol. I nerazzurri possono tornare a -1…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (L. Garlando) – La partita si decide alla mezz’ora. Nocerino irrompe di testa e la palla sbatte sul fianco di Isla, molto vicino all’ascella. La ‘colpa’ del cileno sono le braccia platealmente larghe. Questo vede Rizzoli: palla-braccio. E fischia il rigore realizzato da Robinho (31′), il gol-partita. In altre parole: Isla non ha sparato, ma l’arbitro lo ha sorpreso con la pistola in mano. Questione di centimetri. Errore comprensibile. Ma, soprattutto, un errore che non inquina la verità del campo: il Milan ha meritato i 3 punti contro una Juve dall’anima in pigiama, pigra e imprecisa, neppure paragonabile all’armata perfetta che 5 giorni fa ha battuto il Chelsea campione d’Europa. Un’impresa che ha saccheggiato energie mentali e atletiche. La vera sfida della Juve da qui a maggio sarà riuscire a motivarsi a ripetizione, perché contro le milanesi, la Fiorentina e il Catania ha già sperimentato che a ritmi bassi rischia sempre grosso. Per essere bella e vincente, questa Juve è costretta a dare sempre tutto. Lo scorso anno, con la pancia vuota, era più facile. Ora, con la distrazione della Champions, sarà più dura. Conte dovrà essere bravo a motivare e spremere di più dal turnover. Per voglia, fame e disposizione al sacrificio, il Milan è sembrato la Juve. La prestigiosa vittoria può essere la boa di svolta della stagione. Bravo Allegri a restare vivo e ad avere ripreso in mano il timone, anche se ora si dirà che ha vinto il Milan di Berlusconi, con Boateng finto centravanti e Robinho protagonista. Vuoi vedere che Silvio oggi torna a Milanello e scende dall’elicottero in tuta? Vuoi vedere che alla prossima Galliani riporta Van Basten in tribuna? Squadra che vince non si cambia. Boateng e Robinho si scambiano spesso le caselle del tridente e chi si trova in mezzo si occupa del primo pressing su Pirlo. De Jong e Nocerino completano la gabbia. El Shaarawy ripiega in fascia per impedire ai compagni della mediana di soffrire l’inferiorità. L’aggressione della palla è premeditata non troppo alta. Allegri vuole che quando Montolivo scatena la ripartenza, i tre davanti abbiano tanto campo per prendere velocità. La cosa riesce già al quarto d’ora, quando Buffon respinge un destro secco di Boateng. Le ripartenze successive fruttano qualche punizione dal limite e il rigore del vantaggio. Il resto lo fa una Juve irriconoscibile. Mai visto sbagliare tanti passaggi, perdere tanti contrasti e subire tanti anticipi dai pirati di Conte. Quando a inizio ripresa, perfino Buffon ha rischiato di mandare in porta El Shaarawy con un passaggio sbagliato a Barzagli, si capisce che la Signora, mentalmente, è in vacanza. Tatticamente Conte aveva scelto di giocarsela sull’ampiezza. Isla e Asamoah pestano la linea di gesso per costringere gli esterni del tridente rossonero a spolmonarsi nel recupero e per allargare la maglie della mediana, in modo da imbucare Marchisio e Vidal. Il piano non riesce per la disastrosa prestazione degli esterni, con Isla che non ne azzecca una. Vidal sembra sedato dalla camomilla. Pirlo dirige, ma a ritmo da balera. Quagliarella è nella sua versione mediocre. Vucinic cammina sulle punte come se fosse alla Scala e non a San Siro. No, questa cosa non è la Juve di Conte. Neppure in difesa dove si paga terribilmente la grinta contagiosa di Chiellini. Quando Nocerino entra a strappare il rigore a Isla, trova una falla nel cuore dell’area che la vera Juve di solito non concede. L’intervallo, se non lucidità e gioco, restituisce un po’ di cattiveria alla Juve che serve a premere il Milan tra le sue tende per quasi tutto il tempo. Padoin e Pogba, torre per l’assedio, danno il cambio agli esterni; Giovinco a Quagliarella. La Formica sfiora il pari in rovesciata e assiste Vucinic per l’occasione migliore: la mollezza con cui il montenegrino calcia è un’altra fotografia della Juve di stasera. Amelia, che ha sostituito Abbiati in extremis, trema mai. Il Milan ha il coltello tra i denti: Yepes insuperabile sulle barricate; Montolivo lotta inorgoglito dalla fascia di capitano; in grande crescita Nocerino; commovente El Shaarawy che fa le diagonali difensive su Padoin. Il Milan stringe tra ai denti la vittoria e non la molla più. La Juve ora può ritrovarsi a ridosso Inter e Napoli.

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