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JUVE. “Se avessimo vinto noi così chissà cosa avrebbero detto”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Alessio punge, poi smorza i toni e fa autocritica: “Atteggiamento da rivedere”. Fair play Marotta: “Torti e favori si compensano. Noi abbiamo giocato male”…

(Getty Images)

RASSEGNA STAMPA – (G.B. Olivero) – Il senno del poi è pieno di tante cose: il turnover mancato, per esempio, dopo la grande vittoria sul Chelsea con altrettanto grande dispendio fisico. O la scelta di puntare su Isla, preferito a Lichtsteiner e poi sostituito da Padoin. O ancora l’inserimento tardivo di Pogba che avrebbe potuto dare freschezza a un reparto stanco. Il senno del poi della Juve, però, è soprattutto fatto di due considerazioni: la prestazione è stata negativa, ma senza quel rigore generosamente regalato al Milan da Rizzoli (anzi, dall’assistente di porta De Marco) la partita sarebbe stata ben diversa e probabilmente la Juve non l’avrebbe persa. Perché gira e rigira si torna lì: a un fischio dell’arbitro che diventa decisivo, a una partita condizionata da un episodio, a una squadra che si sente privata di un punto che avrebbe portato a casa e che avrebbe anche cambiato la classifica. “Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se avessimo vinto noi con un rigore del genere”. La frase di Alessio racchiude perfettamente lo stato d’animo della Juve dopo l’episodio incriminato. E Marotta va ancora più a fondo pesando bene le parole per sottolineare l’errore arbitrale senza però cadere nella tentazione di enfatizzarlo: “Sarebbe stata una partita da 0-0 senza quel rigore. E’ la dimostrazione che nell’arco del campionato gli episodi si compensano”. Insomma la Juve è arrabbiata, ma ha deciso di reagire con compostezza anche per evitare di piombare nel vortice delle polemiche innescato dall’Inter nelle ultime settimane. E Buffon sottolinea proprio la necessità di non soffermarsi solo sugli episodi arbitrali: “Essendo una mente libera non ho paura di dire la mia. Il rigore non c’era, ma non è per questo che abbiamo perso: c’era un’ora di tempo per recuperare, come è successo altre volte a tante squadre dopo un errore arbitrale (riferimento al gol di Muntari, ndr), ma non l’abbiamo sfruttata. Questo clima di polemiche e di imbarbarimento generale è veramente penoso. Cercare le scusanti non serve a nulla, è più bello applaudire gli avversari. Ogni tanto ai tifosi va detto che abbiamo perso perché l’altra squadra ha giocato meglio di noi. Piuttosto, il rigore di Robinho l’avevo quasi parato: purtroppo ero leggermente alto col corpo e non ho potuto trattenere il pallone”. Sulla prestazione negativa della Juve si è concentrato anche Marotta: “Il rigore non deve essere un alibi perché non abbiamo giocato bene. Dobbiamo abituarci a fare ad alto livello sia il campionato sia la Champions: dalla gara con il Chelsea sono passati cinque giorni, avremmo dovuto fare meglio. Questa è stata una delle nostre peggiori prestazioni e dobbiamo trarre degli insegnamenti preziosi: l’approccio, ad esempio, non è stato all’altezza di un incontro così importante”. E Alessio prova a dare una lettura tecnico-tattica: “Quando non giochiamo da squadra si soffre e succede di perdere. Abbiamo un’organizzazione tale da esaltare ogni elemento, ma stavolta non ci è riuscito nulla”. Bonucci puntualizza: “Il rigore non c’era e io me n’ero accorto subito: De Marco era coperto, non poteva aver visto nulla. Comunque non abbiamo mostrato lo stesso atteggiamento visto contro il Chelsea.

Redazione Sportiva