Le parole del tecnico nerazzurro dopo la partita con il Parma…
Ecco le parole di Andrea Stramaccioni ai microfoni di Sky Sport al termine del match perso con il Parma:
Ritieni questa partita la meno brillante delle ultime dal punto di vista della costruzione?
Secondo me, nel primo tempo neanche eravamo partiti malissimo perché avevamo cercato di fare la partita contro un Parma messo bene in campo, che ci metteva in difficoltà, soprattutto con Biabiany a livello individuale. Nel secondo tempo, invece, sicuramente l’Inter non ha fatto bene e credo sia stato uno dei nostri peggiori secondi tempi perché, di solito, tendiamo a crescere nell’arco della partita. Invece sicuramente l’Inter nel secondo tempo non ha fatto bene.
Oggi c’è stata, dal punto di vista tattico, questa soluzione di Alvarez come interno. Che tipo di prestazione ha fatto l’argentino?
Io credo che in un momento per noi d’emergenza, abbia fatto bene nel primo tempo. È un po’ calato nel momento in cui era anche tanto tempo che non giocava dall’inizio. Ci può stare, però siamo calati proprio noi perchè parlare di un’individualità è riduttivo. Nella ripresa siamo calati. Credo sia forse il primo secondo tempo in cui abbiamo costruito così poco e, secondo me, il vero rammarico è per il gol preso. Credo che sia frutto di una disattenzione troppo grave per noi perché su un fallo laterale all’altezza della panchina, Sansone è partito palla al piede fino al limite dell’area. È un errore grave che abbiamo pagato carissimo.
Un errore del genere sembra dettato dalla concentrazione
Nell’episodio prima si era fatto male un giocatore del Parma, noi abbiamo ridato la palla al Parma e ci siamo fatti trovare incredibilmente disattenti. A questo livello qui, un giocatore che fa, non so quanti siano, ma forse 50-45 metri palla al piede, al limite dell’area e calcia… Non è che abbia dribblato nessuno, facciamo tutti un mea culpa.
Sugli infortuni
È innegabile che siamo in un momento non fortunatissimo a livello di assenze, numericamente, ma io voglio parlare dei giocatori che c’erano. Se nel primo tempo l’Inter aveva fatto con personalità la partita su un campo difficile, tenendo sempre il pallino del gioco, avendo anche continuità nella proposizione della manovra, il secondo tempo è oggettivo e la mia analisi è che siamo calati. Aspetto a parlare di un calo fisico, è innegabile che, purtroppo, dopo l’Europa League non siamo mai riusciti a produrre delle prestazioni di grande intensità. È già capitato altre volte, ma non è assolutamente un alibi. Un errore così può rovinare una partita.
Ti ha sorpreso come ha messo la squadra in campo Donadoni? Potevi fare qualcosa per quanto riguarda la posizione di Biabiany?
Il discorso è che noi avevamo ipotizzato che lui avrebbe potuto giocare così, era diverse partite che lo faceva, lo aveva fatto anche a Udine in avvio contro una squadra che giocava con un sistema di gioco come il nostro. Siamo sempre alle solite, in quel caso potevo accettare l’1-1 con Nagatomo, levare Juan, ma avevo tutti i giocatori o molto offensivi o molto difensivi. Probabilmente, con un altro centrocampista, come ho fatto con Duncan dopo… Però, io conosco molto bene Alfred, oggi ha giocato, ha fatto il suo, ma è normale, è un ragazzo molto giovane. In questo momento in mezzo al campo ci manca qual cosina, probabilmente con un centrocampista in più avremmo potuto cambiare la partita rinforzando il centrocampo e mettendoci a 4, come ho fatto poi dopo il gol.
Adesso c’è il caso Snijder. Come deciderete di affrontarlo nelle prossime settimane?
Credo che sia una situazione più semplice di quella che può sembrare perché c’è una posizione della società, c’è da capire e condividere l’idea del giocatore e poi c’è l’allenatore, che ha l’ultima parola. In questo momento ho fatto questa scelta di non convocarlo, punto. Dal mio punto di vista non c’è molto da aggiungere.
Finché non si sblocca la situazione tra la società e il giocatore, Snijder è fuori?
Non è un discorso matematico. Detto così sembra una cosa punitiva. Io faccio l’allenatore, vedo il campo durante la settimana ed è normale che quando arrivo verso la fine della settimana faccia le scelte che penso siano migliori per l’Inter, per la squadra, per tutto quanto. Le altre domande fatele alla società perché è meglio.
C’è già stata una reazione di Snijder successiva a quanto avete dichiarato?
Se rispondessi a questa domanda, farei il manager dell’Inter, più che l’allenatore. Secondo me, adesso è giusto che pensi al campo perché abbiamo fatto un punto in tre partite, siamo arrabbiati e vogliamo lavorare. In questo momento, tutto ciò che non è campo a me non interessa.