Lo special one contro i giocatori senza cuore e contro l’arbitro
«Parlo solo io, il cattivo del film». Josè Mourinho è furibondo quando, dopo il match perso contro il Betis, si presenta in sala stampa. La sconfitta per 1-0 sul campo del Betis rischia di far precipitare i blancos a 11 punti dal Barcellona capolista. Dopo il flop, lo Special One ne ha per tutti. Nessun alibi, in particolare, per i suoi giocatori. «Stanchezza dopo la Champions? Parliamo di professionisti di primo livello. Quando si avverte la fatica, bisogna tirar fuori altre qualità come la forza mentale e lo spirito di sacrificio. Ho visto Stepanek, che ha 34 anni, giocare 3 match in 3 giorni nella finale di Coppa Davis. Era pronto a dare la vita per il suo paese. Ragazzi di 23 o 26 anni possono giocare il mercoledì e il sabato senza problemi: nello sport conta il cuore, non contano solo le gambe». Il mirino si sposta poi sull’arbitro, reo di aver annullato un gol regolare a Karim Benzema e di non aver assegnato un rigore agli ospiti nel finale. «Il Betis non ha colpa se il direttore di gara ha annullato erroneamente la rete di Benzema e se non ha concesso un rigore solare negli ultimi minuti. Il Betis ha giocato meglio di noi e ha lottato più di noi. È stato favorito dagli errori dell’arbitro, ma ha meritato la vittoria».